Docente e formatrice, mi occupo di inclusione, linguaggi e didattica narrativa. Questo blog nasce dal desiderio condividere strumenti utili per chi vuole trasformare la propria passione in un’opportunità concreta, con strategie di comunicazione efficaci e autentiche. Vuoi imparare anche tu? Iscriviti alla newsletter e scopri i miei consigli!
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lunedì 3 marzo 2025
Stanca di sentirti invisibile: come puoi uscire da questa brutta sensazione.
Marta era una bambina allegra e solare, ma che aveva presto dovuto imparare a stare in silenzio.
La sua grande energia non passava certo inosservata, tuttavia Marta non lo sapeva.
La sua poteva sembrare un'infanzia come tante altre: frequentava la scuola del paese, giocava al pomeriggio nel cortile con i suoi amici, cenava con i suoi genitori e frequentava il corso di nuoto.
Eppure, molto spesso sentiva dentro lo stomaco un gran freddo e la notte era costretta a combattere contro mostri terribili che spuntavano da sotto il letto soltanto per il piacere di farle paura.
I suoi genitori erano troppo presi dai loro problemi per accorgersi di lei e dei suoi pianti notturni.
Figuriamoci poi se avrebbero avuto il tempo di ascoltare la sua solitudine.
Nella sua cameretta, passava ore con un cane di pezza, cercando di riempire quel vuoto con la fantasia, con i libri, con i disegni che non osava mostrare a nessuno.
Ogni giorno, Marta giurava a se stessa che avrebbe costruito una famiglia diversa e la disegnava.
Disegnava la casa dei suoi desideri con la famiglia felice che avrebbe avuto un giorno.
Una bellissima casetta nella tranquillità della campagna, con tanti alberi attorno, colorata, animata, ricca di voci e di allegria.
Purtroppo però, subito dopo gli studi, sposa un uomo che non la vede.
O meglio, la vede, ma non la riconosce davvero nelle sue emozioni.
Tanto che i suoi bisogni, le sue parole sembrano scivolare su di lui senza lasciare traccia.
E Marta continua a piangere.
I mostri sono spariti da sotto al letto, ma Marta piange ancora nella speranza di poter essere accolta almeno in una lacrima.
Ogni giorno si ripropone quella orrenda sensazione di trasparenza, che conosceva fin dentro le viscere.
Continua a sentirsi sempre più invisibile, come se lentamente stesse scomparendo dalla sua stessa vita.
La solitudine dell’infanzia era tornata a stringerla in una morsa fredda.
L'essere diventata madre non aveva colmato quei vuoti assurdi che si trascinavano nel tempo.
Il grido disperato di bambina ancora torna a riecheggiare nella sua nuova casa.
Un giorno, guardandosi allo specchio, Marta decide di parlare a se stessa con tutta l'onestà che non aveva mai pronunciato fino a quel momento.
"Sei veramente disposta a continuare a percepire quel doloroso senso di vuoto senza mai volerti concedere l'occasione di sentirti veramente amata per la splendida donna che sei?" Si chiese.
Fu in quel momento, che Marta ha deciso che in fondo, meritava l'amore come tutti gli altri esseri viventi su questo pianeta.
Ha deciso che non avrebbe più voluto vivere accanto all'ombra di se stessa.
Ha deciso che era giunto il momento di sentire il calore dell'affetto su di sè, bruciante come il Sole che riscalda la Terra.
Finalmente le fu chiaro, che nessuno l’avrebbe salvata dal vuoto, che l’unica persona capace di spezzare quelle catene era proprio lei stessa.
Ma da dove avrebbe dovuto cominciare?
Cambiamento, certo, ovvio. Ma come?
Smettere di aspettare che qualcuno le desse il valore che sapeva di meritare. Iniziare a prenderselo da sola.
Sì, certo: tutte cose sentite una volta o l'altra.
Ma come fare?
Marta non aveva mai pensato seriamente di poter uscire da quel tunnel di buio. Era abituata a piangere, a sentirsi abbandonata e incompresa. Era abituata a prendersi cura degli altri, nella speranza che gli altri lo facessero per lei.
Era abituata a mettersi da parte, a nascondere le sue esigenze ed era abituata ad arrivare sempre per ultima.
Marta aveva bisogno di accarezzare le sue cicatrici, di farle brillare ai raggi del Sole.
Fu così che ha iniziato a frequentare un gruppo online.
E certo, perchè questo le consentiva di restare nel suo angolo ad osservare: troppo difficile diventare subito protagonista della sua vita, troppo difficile saltare verso un nuovo orizzonte.
Questa rete di donne era composta da persone vere che, come lei, avevano deciso di non essere più spettatrici della propria vita.
Osservandole, ha potuto imparare a dire no, a mettere confini, a scegliersi ogni giorno.
Oggi Marta, con grande sforzo e grande fatica, ha imparato a non sentirsi più invisibile.
Oggi Marta si guarda allo specchio e può vedere una donna forte, capace, felice.
Una donna che non si sente più sola, perché ha imparato a stare bene con se stessa.
Oggi il buio, il pianto, il dolore della solitudine e dell'inadeguatezza hanno fatto spazio all'aria leggera e libera di portare nuovi profumi.
E tu ti sei mai sentita così?
lunedì 29 aprile 2024
Come catturare l'attenzione del tuo lettore. 5 Consigli pratici più 1
Coinvolgere qualcuno nella tua storia è un elemento cruciale.
Vuoi catturare l'attenzione dei tuoi lettori con una storia avvincente?
Ti stai affacciando al mondo meraviglioso della narrazione,
hai già seguito i miei precedenti consigli e oggi sei qui per conoscere come acchiappare il tuo lettore e trasportarlo nella tua realtà narrativa.
O altrimenti detto: per creare l'effetto di realtà.
Ma prima di passare in rassegna i 5 punti che ti ho promesso, voglio riflettere con te su un passaggio fondamentale, che sono certa ti aiuterà a strutturare la tua ambientazione narrativa.
Ormai, seguendomi da così tanto tempo, avrai capito benissimo che adoro scrivere, ma ti svelerò la vera ragione di questo sconfinato amore per la scrittura in un altro post.
Oggi voglio soffermarmi su questa considerazione:
che cosa conosci veramente bene per poterti spingere fin nel più piccolo dettaglio descrittivo?
Un giorno di un paio di anni fa, girovagando per le biografie di scrittrici italiane che hanno decisamente lasciato il segno nella nostra letteratura, mi è capitata tra le mani la storia di Liala che ti lascio leggere a questo link
Da tempo cercavo una mia realtà narrativa e finalmente l'ho trovata!
Tutto mi è stato chiaro: ognuno di noi porta con sè il proprio bagaglio di vissuto e quello è un fantastico mondo degno di essere raccontato.
Adesso non ti resta che scoprire qual è il tuo.
Prenditi il tempo che ti serve e poi passa ai suggerimenti qui sotto.
5 consigli pratici per rendere il tuo racconto più vivo e partecipato
- Dettagli sensoriali. Utilizza tutti i sensi per far percepire l'atmosfera del tuo racconto. Descrivi non solo ciò che i personaggi vedono, ma anche ciò che odono, toccano, odorano e gustano. Questi dettagli sensoriali immergeranno direttamente chi legge le tue pagine nel tuo mondo, facendoli sentire parte della tua storia.
- Caratterizzazione profonda. Crea personaggi tridimensionali, fatti di desideri, di paure e di sfumature. I lettori si affezioneranno immediatamente a loro, perchè li sentiranno vicini. Ami anche tu vero quel supereroe che piange per la perdita di un affetto? Prenditi il tempo di sviluppare le loro personalità, analizzali nei loro limiti, nelle loro debolezze e nei loro punti di forza.
- Dialoghi autentici. I dialoghi sono una potente arma nella tua cassetta degli attrezzi narrativi. Assicurati che suonino autentici: fai parlare i tuoi personaggi nel rispetto della loro personalità. Trova il giusto equilibrio tra tecnica narrativa e fluidità.
- Ambientazione vivida. La tua ambientazione è il palcoscenico in cui far svolgere la storia. Descrivi dettagliatamente i luoghi in cui si trovano i tuoi personaggi, facendo attenzione a includere elementi che contribuiscano a creare atmosfera e tensione.
- Conflitto tangibile. Ogni buona storia ha un conflitto centrale che tiene incollati i lettori alle pagine. Assicurati che il tuo conflitto sia tangibile e che i lettori possano comprendere appieno le sue implicazioni. Questo renderà la narrazione più coinvolgente ed avvincente.
Ti regalo l'ultimo consiglio, perchè voglio che tu possa diventare lo scrittore che desideri: la chiave è rendere tutto il più reale possibile.
Ti aspetto nei prossimi post per passare dalla teoria alla pratica.
Affronteremo un esercizio per ogni dei 5 punti più 1.
mercoledì 24 aprile 2024
L'arte dello stereotipo e come superarlo nella narrazione creativa
Quanto ti lasci condizionare dagli stereotipi?
Ti piacerebbe scrivere, diventare uno scrittore che vive solo della propria arte. Tuttavia qualcosa ti blocca.
Sei fermamente convint° che un bravo scrittore si nutra di ispirazione, che le parole escano dalle sue mani come l'acqua di una sorgente sgorga dalle rocce, che i romanzi prendano forma pagina dopo pagina per un potente incantesimo.
Ti sei mai dett° che potresti essere vittima di uno stereotipo?
Gli stereotipi sono come binari prefissati nella nostra mente, tracciati da secoli di narrazioni, cultura popolare e convenzioni sociali.
Sono etichette pre-confenzionate che tendiamo ad attaccare alle persone, ai luoghi, alle situazioni senza pensarci troppo.
Ma quanto influenzano davvero la nostra percezione della realtà?
E quanto limitano la nostra capacità di creare storie autentiche e innovative?
In questo articolo, esploreremo il potere degli stereotipi, il loro impatto sul nostro modo di vedere il mondo e come possiamo superarli per liberare la nostra creatività.
Adesso facciamo un gioco per diventare un narratore impeccabile libero di dare spazio alla propria creatività.
Esercizio 2
Ti ricordi quando ti ho detto che sono professoressa di francese alle scuole di secondo grado?
Benissimo, oggi lavoriamo sullo stereotipo dell'insegnante.
Scriviamo una storia breve sul classico cliché del professore. Normalmente pensiamo che porti gli occhiali sul naso, che abbia la borsa pesante piena di libri e che metta la nota disciplinare appena in classe si crei un pò di confusione.
Lo pensi anche tu?
Vediamo come redigere un possibile incipit di racconto breve in base a questi elementi tipici.
Nelle righe che seguono mi divertirò a dare vita a un modello a cui sono particolarmente affezionata e che è puramente di fantasia.
" Il prof. X era una presenza immutabile alla scuola secondaria di primo grado di Fantasilandia.
Ogni mattina, puntualissimo, arrivava con il suo passo misurato, gli occhiali appollaiati sul naso, come per indicargli il cammino, che ormai non osservava nemmeno più con attenzione.
La borsa traboccante di libri, pronta ad esplodere di sapere e conoscenze in ogni momento, era aggrappata alla sua spalla sbilanciandolo nei suoi pensieri.
Quella mattina non faceva eccezione, nonostante la pioggia dirompente, il prof. X percorreva lentamente lo stradello ghiaiato che lo separava dall'auto al portone d'ingresso.
Varcata la soglia della classe "Silenzio!", gridò e all'improvviso si rese conto che quel frastuono giovanile e gioviale gli risultava insopportabile.
Con un'espressione tra l'indignato e il dispiaciuto, rimproverò aspramente i ragazzi soltanto perchè quelle voci erano troppo festose nell'accogliere la nuova giornata, costringendolo a ricordare che la sua gioventù era passata da tempo."
Adesso tocca a te.
Prova a scrivere una storia breve di uno stereotipo focalizzato su un' ambientazione, i suoi personaggi e i suoi luoghi che ti sono famigliari.
Successivamente, trasforma quella stessa storia in un modo nuovo: il tuo.
All'inizio sarà sicuramente difficile cercare nella tua fantasia e nel tuo vissuto gli elementi di una narrazione fresca e originale.
Prova con questi semplici consigli:
- esplora le sfumature dei personaggi nella loro complessità, crea la loro psicologia, i loro desideri, dai spazio alle loro paure e alle loro contraddizioni
- rovescia le aspettative del tuo lettore dando vita a una narrazione complessa ed intrigante e immagina i suoi sentimenti
- esplora nuovi contesti e nuove culture: espandendo i tuoi orizzonti ti permetterà di descrivere in modo più arricchito
- sfida i tuoi pregiudizi, interrogati e metti in discussione le tue idee, analizza nuovi punti di vista
Buona scrittura!
Sono felice di conoscere i tuoi progressi.
sabato 20 aprile 2024
Osservare con occhi nuovi: il primo passo nelle esercitazioni di scrittura
Primo passo verso la carriera da scrittore: imparare ad osservare
Inizia oggi la prima sezione di esercizi di narrazione.
La fonte di ispirazione è tratta dalla raccolta dei libri redatti da Scuola Holden in collaborazione con I progetti del Corriere della Sera.
Questo incredibile viaggio negli esercizi di scrittura inizia, per me, qualche mese fa, quando prendo tra le mani il primo libro in allegato al Corriere della Sera.
Ed è subito attrazione.
Perchè questa scelta così convinta?
Perchè Scuola Holden rispecchia la mia vision di metodologia didattica.
Sono convinta che la narrazione sia un approccio educativo didattico fondamentale e potente, fruibile sia nelle scuole sia nei percorsi formativi formali ed informali.
Primi passi per una buona narrazione
Le prime azioni da compiere per imparare ad essere dei bravi narratori riguardano l'attivazione cosciente dei nostri organi di senso.
Osservare, ascoltare, percepire e tradurre su carta
Spesso ci abituiamo a una nostra realtà, come giustamente deve essere, per risparmiarci la fatica di dover memorizzare tutto ogni volta.
Per esempio, hai mai analizzato attentamente il tragitto che fai da casa al lavoro?
1 esercizio
Ebbene, questo potrebbe essere il tuo primo esercizio di narrazione: raccontami o raccontati dettagliatamente il percorso che separa casa tua dal tuo lavoro.
Le azioni che compi, gli odori che senti nell'aria quando infili il portone di casa, i rumori che odi nel vento quando cerchi di tenere aperta la bascula del garage.
Se attraversi la campagna oppure ti fermi continuamente e ripetutamente ad ogni semaforo.
Qual è il mezzo di trasporto che utilizzi?
Soluzione personale
Ogni mattina esco di casa alla stessa ora, circa verso le 05h30
Il mondo è ancora mezzo addormentato.
Tranne gli animali, loro no. Sono attivi già dalle prime luci dell'alba. Come se avessero coscienza che ogni secondo su questa Terra sia di fondamentale importanza, come se loro, al contrario nostro, volessero approfittare di ogni istante della loro esistenza.
Gli animali, loro, non si lamentano mai della monotonia delle azioni ripetute nel tempo, loro, non si lamentano mai delle fatiche del quotidiano.
Questa consapevolezza, mi fa alzare al mattino tranquilla, rilassata.
Ascoltare il loro tramestio mi rende tutto più lieve.
Salgo in auto soddisfatta di poter recarmi a un posto di lavoro.
Che ne pensi?
Quando si tratta di scrittura, ricordati che tutti i 5 sensi hanno la stessa importanza.
Secondo te, quale ho voluto privilegiare nella mia descrizione?
E quale effetto desideravo ottenere?
Ti aspetto nei commenti o se vuoi mantenere la discrezione, scrivimi in privato.
mercoledì 19 luglio 2023
Dietro ogni storia di successo c'è sempre una grande battaglia. Cenerentola secondo me.
Conosci anche tu la storia di Cenerentola, vero?
E' la storia di una giovane, bellissima e gentilissima fanciulla, che una sera decide di fare qualcosa di extra-ordinario: andare al ballo reale.
Quella sera, Cenerentola sceglie per se stessa.
Non vuole più essere, almeno per una volta nella vita, soltanto la serva delle sorellastre e della matrigna.
Comprende che nel suo cuore cova un grande sogno, a cui deve dare lo spazio per emergere.
Sa benissimo di non avere le risorse per poter fare tutto da sola e, per questo, chiede aiuto alla Fata Madrina.
Orgogliosa di se stessa e allo stesso tempo piena di paure, fa finalmente il suo ingresso a palazzo.
Balla col principe, i due si innamorano e...il resto è diventato leggenda...
Quindi, sarai d'accordo con me, che la bella Cenerentola compie nei confronti di se stessa, un atto di estremo coraggio.
Pur di raggiungere il proprio grande desiderio, si spinge oltre i suoi stessi limiti.
Fa quel qualcosa di decisamente inaspettato che la porta ad un risultato totalmente nuovo ed estraneo alla sua condizione abituale.
Perchè anche tu non puoi fare questo per te stessa? (o stesso)
Te lo sai già chiesto?
Ma vediamo insieme, come potremmo cambiare il finale della favola che tutti già conosciamo.
(chiedo scusa all'autore e agli affezionatissimi di Cenerentola anticipatamente per questa mia digressione libera e stilistica)
Siamo al punto in cui il Principe fa provare a tutti la scarpetta di cristallo e trova la bella fanciulla a cui calza a pennello, Cenerentola per l'appunto.
La storia si conclude con quell'immortale "e vissero felici e contenti".
Immagina con me, che la conclusione sia "...non vissero felici e contenti".
Cominciamo la nostra storia.
C'era una volta una giovane ragazza di nome Cenerentola, che viveva in una piccola casa con la sua matrigna e le sue sorellastre malvagie.
Nonostante le difficoltà della sua vita, Cenerentola era nota in tutto il regno per la sua gentilezza e la sua bellezza.
Un giorno, mentre si preparava per il grande ballo organizzato dal Principe del regno, la fanciulla fece la conoscenza della magica Fata Madrina.
Questa Fata, con uno scintillio di polvere di stelle e la sua bacchetta incantata, trasformò Cenerentola in una bellissima principessa e una zucca nella sua carrozza splendente.
Cenerentola andò al ballo e fece il suo ingresso finalmente in società.
Una società luccicante, rumorosa e sorridente. Spensierata ed allegra.
Tuttavia, proprio mentre il Principe Azzurro stava per chiederla in sposa, un terribile evento si abbatté sul regno.
Un gruppo di vandali temerari invase il castello, distruggendo tutto quanto capitasse loro a tiro e portandosi via tutte le risorse nel fragore di una notte terrificante.
Il Principe, Cenerentola e tutti i sudditi furono costretti a cercare un riparo di fortuna nelle vicinanze nel tentativo di sfuggire alla distruzione e al panico.
Si nascosero in una grotta buia, nel folto della foresta.
Dove rimasero il tempo necessario per ascoltare finalmente il silenzio, calato allo scomparire dei vandali tumultuosi.
Con grande coraggio e col cuore in gola, il Principe fu il primo ad uscire dal nascondiglio, per assicurarsi che il terreno fosse tornato sgombro dalla presenza minacciosa dell'invasore.
Ciò che vide fu distruzione e mutismo.
Il suo amato Castello aveva perso completamente quell'aria di sicurezza, che per sua natura trasmetteva da secoli al villaggio sottostante.
Le timide casette dei suoi adorati sudditi piangevano della notte di flagello che avevano dovuto subire.
Tutto doveva essere quanto prima ricostruito per l'affetto che lo legava al suo popolo.
Cenerentola desiderava nel più intimo angolo del suo cuore, trovare una collocazione stabile e sicura per loro, per la famiglia che insieme avrebbero potuto costruire.
Quella mattina osservava cupamente lo sguardo del suo innamorato, posato continuamente sulle rovine da sistemare e risollevare.
Cosa sarebbe dunque successo adesso?
Il suo amato Principe desiderava solamente rimanere fedele alle sue terre e al suo popolo?
"Non era possibile", lei si ripeteva continuamente nella sua testa per tranquillizzarsi.
Lui le era profondamente legato e non avrebbe mai messo niente e nessuno al primo posto nella sua vita se non lei e soltanto lei.
Oppure non era così?
Glielo aveva promesso, durante quella notte di barbarie e di saccheggio.
D'altronde Cenerentola però, non era nata principessa e non sapeva cosa volesse dire restare accanto al proprio popolo.
Un nobile di nascita, al contrario, sa esattamente cosa fare verso il suo regno nei momenti di depressione economica.
Un nobile per nascita sa che deve assolutamente aiutare i propri sudditi a risollevarsi.
Ci sono diritti e doveri sanciti da taciti accordi e scritti nei tempi.
Al contrario, lei sentiva fortemente la chiamata di scappare da quella situazione rovinosa, verso un mondo prospero che potesse accogliere i due innamorati.
Decise di parlare col suo amato Principe.
Ahimè, egli le rispose quanto si sentisse cucito addosso il ruolo di leader.
Le disse anche, che un vero capo non abbandona mai la sua ciurma davanti alla prima difficoltà.
Era nato per governare quel popolo, non poteva certo lasciare tutti allo sbaraglio più completo.
Una guida nasce guida e non può mai abbandonare il suo compito.
E questo lui lo sapeva fina dalla nascita.
Tutta la sua educazione, il suo percorso di crescita e le sue esperienze erano state guidate da quel principio.
Lei forse non lo sapeva, perché non era nata principessa. Anzi, lei dall'alto della soffitta dove era rinchiusa aveva sognato, fantasticato e ricamato su quelle avventure meravigliose che si dice ogni principe viva.
Non aveva coscienza lei, in fondo, che erano storie tramandate di nobile, in nobile per fortificare lo spirito di attaccamento alla propria terra.
Servivano soltanto per unire tutti i principi della terra in una grande missione: rimanere fedeli alle proprie origini.
Iniziò così un lungo percorso di infelicità in quella coppia che era stata scelta dall'Universo per essere insieme felici e contenti.
Cenerentola e il suo autore (Cenerentola su Wikipedia) mi perdoneranno se mi sono presa la libertà di pensare a un finale diverso.
Che ne pensi? Secondo te, potrebbe veramente terminare così?
Scrivimi
sabato 5 dicembre 2020
Intervista in diretta per @booksprintedizioni di Dorian ed i nostri amici
Guarda l'intervista in Diretta Facebook che ho tenuto questa mattina per @booksprintedizioni, grazie alla qualche anno fa ho potuto realizzare un grande desiderio: pubblicare Dorian ed i nostri amici.
Mi sono trovata veramente bene con questa casa editrice, perchè ha sempre mantenuto con precisione e puntualità tutto ciò che ha promesso.
Grazie a loro, ho scoperto il potere di una narrazione autentica: parlare di noi, delle sfide affrontate e della crescita che ne deriva, crea connessioni profonde.
Oggi torno a ringraziarla per l'ulteriore opportunità di parlare ancora un pò di Dorian e del nostro vissuto insieme.
Il lancio di un libro richiede sempre tanto lavoro e devo dire che le opportunità che Booksprintedizioni mi aveva offerto dopo la pubblicazione, si sono dimostrate validi strumenti per partire nella promozione.
Il mio libro è stato ben accolto dal pubblico: ho rilasciato diverse interviste sia per un'antenna televisiva locale, sia per riviste e quotidiani online, inoltre ho tenuto diversi eventi dove l'ho presentato.
E' sempre stato un vero piacere il riscontro favorevole che ho ricevuto dalle persone, tanto che dopo l'uscita del libro non ho più voluto smettere di scrivere.
Come istruttore cinofilo sono partita proprio da quell'ambiente, collaborando per alcuni Blog del settore e alcune riviste online specialistiche in cinofilia.
Ultimamente ho seguito alcuni centri cinofili nella creazione di contenuti dedicati alla corretta comunicazione con un pubblico che sta cambiando esigenze, perchè anche il settore cinofilo, come molti altri, è in evoluzione e si sta adattando a introdurre nuove strategie.
Infine ho avuto il piacere di aiutare un paio di autori emergenti a far conoscere il proprio lavoro, perchè ho compreso benissimo il loro senso di disorientamento e il senso di frustrazione che si può provare quando si vorrebbe tanto qualcosa ma lo si vede in lontananza come un miraggio, irraggiungibile.
Ho imparato alcune accortezze utili per farsi conoscere e chi ha bisogno può chiedermele senza impegno.
Se hai una storia da raccontare o un progetto da promuovere, posso aiutarti a trasformarla in una realtà concreta.
Scrivimi.
sabato 30 novembre 2019
Alcuni spunti per Dorian ed i nostri amici
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Un estratto da Goleman |
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Il mio libro durante una presentazione |
Per scrivere traggo spunto sempre dalle mie esperienze personali, quelle che ho vissuto.
Non mi basta essere ben documentata sull'argomento che voglio trattare, ma sento l'esigenza di descrivere ciò che ho vissuto in prima persona, per sapere tutto ciò che si prova, quali siano le difficoltà o i punti di forza.
Quando ho iniziato a scrivere le pagine del mio libro sono partita dal mio vissuto.
domenica 24 novembre 2019
Pagine inedite di Dorian ed i nostri amici, il mio libro
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Alcune ricerche |
Questa mattina, una domenica mattina casalinga come tante altre, ho riordinato dove di solito tengo i miei appunti o le mie annotazioni di pensieri per non dimenticarli.
Oggi ho rispolverato queste pagine che avrei voluto pubblicare nel libro "Dorian ed i nostri amici" ma che alla fine ho deciso di non fare.
Sono ricerche sul comportamento animale e sulle eventuali problematiche che ne derivano.
Non le ho inserite perché faranno parte di un secondo libro, quando mi sentirò pronta per affrontare il discorso sulle patologie comportamentali e come secondo me bisognerebbe intervenire.
Vi lascio il link di una delle mia interviste rilasciate a un giornale locale ilparmanse
venerdì 13 maggio 2016
Intervista salone internazionale del libro, TO 2016
video intervista al salone del libro di Torino e potevo andare da sola senza cane?
Uri non poteva mancare!
La prima cosa che ho fatto quando sono stata invitata al salone del libro è stata chiedere se il cane potesse entrare.
Quando sono stata invitata al Salone del Libro di Torino per presentare Dorian e i nostri amici, la gioia si è mescolata subito a una domanda: "Posso portare Uri con me?".
Per me era impensabile separarmi dal mio fedele compagno, e quando ho saputo che poteva accompagnarmi, è stato come ricevere un doppio regalo.
Non dimenticherò mai l’emozione di quella giornata.
Non dimenticherò mai l’emozione di quella giornata.
Arrivare al Salone, un luogo ricco di cultura e storie, e vedere l'interesse delle persone per il mio libro è stato incredibile.
Uri, accanto a me, sembrava capire l’importanza del momento: il suo sguardo dolce e la sua presenza rassicurante mi hanno dato forza e sicurezza durante l'intervista.
Raccontare la nostra storia, di Dorian e la mia, a un pubblico così attento è stato un sogno che diventava realtà.
Ho sentito che Dorian e i nostri amici non era più solo un libro, ma un ponte per connettermi con persone che condividevano il mio amore per gli animali e la narrazione.
Quella giornata è stata un punto di svolta.
Quella giornata è stata un punto di svolta.
Mi ha insegnato il potere delle parole, non solo nel raccontare, ma nel creare legami autentici.
E tu, hai mai sognato di condividere la tua storia con il mondo?
Scrivimi per scoprire come possiamo farlo insieme: simoguidotti@tiscali.it o chiamami al 3339883231
intervista per la casa editrice![]() |
intervista al salone del libro di Torino |
ACQUISTA LA TUA COPIA
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la copertina del mio libro "Dorian ed i nostri amici" |
sabato 23 aprile 2016
Articolo protezione civile NOCTraversetolo
Leggi l'articolo on line de "Il Parmense" e scopri un grande progetto al quale lavoro da tanto tempo.
Ci sono momenti nella vita in cui ci sentiamo davvero parte di qualcosa di grande, qualcosa che fa la differenza.
Per me, quei momenti si sono concretizzati nell'ingresso in Protezione Civile, settore cinofilia, ricerca dispersi.
So che potrebbe essere una sfida, ogni volta che si renderà necessario.
Sapere che qualcuno là fuori potrebbe aver bisogno di noi, sapere che ogni minuto potrebbe essere decisivo, mi fa sentire viva, presente, determinata.
Con il mio fidato compagno a quattro zampe al mio fianco, potremmo essere chiamati ad affrontare boschi fitti, terreni impervi, e condizioni meteorologiche imprevedibili.
Ma non saranno le difficoltà ad avere il sopravvento: saranno l'adrenalina, il senso di responsabilità, e, soprattutto, la speranza.
Lavorare nel settore cinofilia non è solo addestrare il cane: è costruire un legame unico, un'intesa che va oltre le parole. Sarò orgogliosa dei momenti in cui il mio cane capterà una traccia e io saprò che, insieme, stiamo facendo qualcosa di straordinario.
Ogni ricerca, ogni intervento, sarà un'occasione per imparare, per crescere e per scoprire quanto potessimo essere resilienti, noi come squadra.
So che il nostro lavoro, come squadra e come binomio, non si fermerà mai alla fine della missione.
Si tratterà anche di consolare famiglie, di condividere sorrisi di sollievo o lacrime di solidarietà.
Sarà lì che capirò quanto sia importante il nostro impegno e sarà valsa la pena di ogni ora passata ad allenarci, ogni sacrificio.
Essere parte della Protezione Civile mi sta insegnando il valore della comunità, della dedizione, e del credere in un obiettivo più grande di noi stessi.
Ogni volta che indosso quella divisa, sento il peso e l’onore di rappresentare un gruppo di persone straordinarie, unite da un’unica missione: aiutare gli altri.
Ogni volta che ripenserò a quei giorni, sentirò un misto di nostalgia e gratitudine.
La protezione civile non è solo un’esperienza: è una scuola di vita, un luogo in cui ho scoperto quanto possiamo essere forti quando lavoriamo insieme per il bene comune.
Se anche tu hai pensato di diventare volontario/a, ti incoraggio a seguire quella chiamata.
Potresti scoprire dentro di te un potenziale che non immaginavi, e vivere emozioni che ti accompagneranno per sempre.
A tutti i miei compagni di squadra, a tutti coloro che credono nella forza del gruppo: grazie per aver reso possibile questo viaggio.
Intervista "Cani, gatti e Co." di Simona Guidotti
Un grazie di cuore a Natalie Baronio per avermi dato l'opportunità di raccontare del mio libro, di cosa si nasconde dentro le sue pagine, da dove nasce la voglia di scriverlo.
Insomma ho potuto parlare liberamente di cosa provo nel stringerlo tra le mani e nel mostrarlo agli altri.
Un grazie di cuore a Natalie Baronio, una donna straordinaria che mi ha regalato una delle esperienze più intense della mia vita: l’opportunità di raccontare del mio libro, della sua anima e di ciò che si cela dietro ogni pagina. Parlare del mio libro è come aprire una finestra sul mio mondo interiore, un mondo fatto di emozioni, ricordi e sfide.
Quel giorno, davanti al microfono e al pubblico che mi seguirà da casa, ho sentito per la prima volta cosa significa condividere una parte di sé con gli altri. Non si trattava solo di raccontare una trama o spiegare un’idea, ma di svelare la radice più profonda di ciò che mi ha spinta a scrivere.
Dorian e i nostri amici non è solo un libro; è una storia vera e pulsante, nata dal legame indissolubile tra me e i miei animali. È il racconto di momenti di vita condivisi, di sfide affrontate insieme e di quell’amore incondizionato che solo un animale sa dare. Quando Natalie mi ha chiesto di parlare di ciò che mi ha spinto a scriverlo, la mia mente è corsa a quei giorni in cui, con la penna in mano, riversavo su carta tutte le emozioni che non riuscivo a esprimere a parole.
Scrivere questo libro è stata una forma di terapia, un modo per rimettere insieme i pezzi di un puzzle fatto di ricordi, gratitudine e crescita personale. Raccontare questo processo durante l’intervista è stato come rivivere ogni emozione. La voglia di scriverlo è nata dalla necessità di fermare nel tempo quegli istanti speciali, per non perderli mai e allo stesso tempo per superarli.
Stringere il mio libro tra le mani è una sensazione che non riesco a descrivere pienamente: è come tenere tra le dita un pezzo della mia anima. E ogni volta che lo mostro agli altri, vedo nei loro occhi una scintilla di curiosità, di empatia, di connessione.
È la conferma che le storie hanno il potere di avvicinare le persone, di creare legami autentici e di trasformare le emozioni in esperienze condivise.
Natalie mi ha dato la possibilità di esprimermi liberamente, di raccontare non solo il libro, ma anche il suo dietro le quinte: il perché di certe scelte, la scelta dei personaggi e il messaggio che desidero trasmettere. Ho potuto parlare del significato profondo che questo progetto ha per me e di quanto sia stata importante la sua realizzazione nel mio percorso di vita.
L’intervista non è stata solo un momento di promozione, ma un’esperienza di introspezione e connessione. Ho sentito il pubblico con me, coinvolto e partecipe, come se ognuno di loro stesse camminando al mio fianco attraverso le pagine del libro. È una sensazione meravigliosa sapere che le tue parole possono toccare il cuore delle persone, ispirarle o semplicemente regalare loro un sorriso.
Alla fine dell’intervista, quando ho stretto la mano a Natalie per ringraziarla, ho sentito un’enorme gratitudine per tutto ciò che questo libro mi ha dato.
Non è solo un risultato editoriale, ma un viaggio che mi ha arricchita come persona e come narratrice.
Se anche tu hai una storia da raccontare, un’idea che ti frulla in testa o un progetto che senti tuo ma non sai come realizzarlo, non esitare a scrivermi. Posso aiutarti a trasformare i tuoi pensieri in parole, a trovare la tua voce narrativa e a portare la tua storia nel mondo.
📩 Contattami: simoguidotti@tiscali.it
📞 Oppure chiamami: 3339883231
Perché ogni storia merita di essere raccontata, e io sono qui per aiutarti a farlo.
giovedì 7 aprile 2016
Come è nato il libro Dorian ed i nostri amici?
Come ho trasformato il dolore in qualcosa di significativo.
Guarda la mia intervista per la casa editrice Booksprint Edizioni e acquista il mio libro, Dorian e i nostri amici, direttamente sul loro sito.
Come è nato Dorian e i nostri amici?
La scrittura è stata la mia ancora di salvezza. Questo libro è nato dalla necessità di liberarmi dal dolore di una disavventura vissuta con il mio Cane Corso, Dorian. In quei momenti difficili, la penna è diventata il mio strumento per dare voce a ciò che il cuore non riusciva più a contenere.
Costretta a letto con la gamba bloccata e il cuore pieno di rabbia, ho trovato nella scrittura il mio rifugio. Dorian, sempre al mio fianco, condivideva il mio dolore. Non avevamo bisogno di parole: la sua presenza era sufficiente per ricordarmi che non ero sola.
Eravamo in preda alla rabbia e allo sconforto, da soli, come spesso ci è accaduto durante la nostra vita insieme.
La scrittura ha accolto la voce risonante della mia disperazione.
La scrittura come terapia
Il libro è uscito dalla mia penna per liberarmi dal dolore di quella disavventura.
All'inizio la penna, che si muoveva nevroticamente su quei fogli bianchi, seguiva i tormenti della mia mente e soprattutto del mio cuore, aiutandomi a trascrivere scompostamente ciò che continuava a darmi dispiacere.
Erano solo annotazioni confuse, appunti sparsi di una mente tormentata. Poi, quelle parole hanno cominciato a prendere forma, a raccontare una storia. La mia storia. La nostra storia.
Quei semplici appunti e schizzi di frasi, li sentivo alleviare le mie preoccupazioni, quelle di non poter più riprenderci, Dorian ed io, la vita che avevamo insieme.
La mia gamba era bloccata e non sapevo se avrei ancora potuto tornare a fare ciò che facevo prima di quella terribile sera, davanti casa nostra, quando all'improvviso tutto è cambiato.
Sì perchè, quando il cambiamento arriva, non si fa annunciare, non bussa delicatamente alle nostre porte, ma il cambiamento rompe tutto, dirompe e travolge.
Il cambiamento non si fa annunciare da nessun banditore, quando decide che è giunto il momento di presentarsi ci corre incontro a braccia aperte e allora devi essere pronto all'urto, stare saldo e controbilanciare la spinta per non cadere all'indietro.
Quella sera, il nostro cambiamento è arrivato, siamo stati uniti, come fanno gli amici veri nel momento di urgenza: ci sono l'uno per l'altra.
L'urto è stato forte e, una volta obbligata a letto, i libri sono stati la mia salvezza.
Nell'impossibilità di muovermi per mesi, la lettura e la scrittura mi hanno aiutata a trovare il sollievo al mio turbinio emotivo.
Eravamo soli Dorian ed io, ma tanto non avrei voluto condividere con nessuno quel dolore così profondo che sentivo voler uscire.
Ho iniziato a tracciare a intravvedere coerenza nei miei pensieri e da li ho visto delinearsi la storia del libro che ne sarebbe scaturito.
In verità, la fase della rilettura e della correzione della bozza sono state molto più complesse che non la prima stesura spontanea, perché scrivere tutto ciò che passa per la mente è liberatorio e ti fa venire la voglia di continuare: senti che a ogni pagina che butti giù, anche i pesi della tua storia si scaricano.
Ma una volta che si riprendere in mano la bozza e si legge attentamente quello che si è scritto inizia la riflessione e questo è il vero passaggio doloroso: la presa di consapevolezza.
Nel mio caso è stato come rivivere momento per momento alcuni passaggi della mia vita, che avevo voluto ricacciare in fondo a me stessa, ma che ormai, non volevano più stare dove li avevo tenuti fino a quel momento.
Riguardarli trascritti sui fogli mi faceva spesso piangere, ma attraverso quelle lacrime ho potuto mettere finalmente la parola "fine" a quei momenti.
Ho scritto di me, delle mie esperienze, tutto rivisto grazie alla relazione che ho avuto il privilegio di assaporare con Dorian al mio fianco.
Questo è il significato vero che do alla parola "amicizia".
Scrivere significava trasformare il caos delle emozioni in ordine, affrontare i miei fantasmi e, alla fine, lasciarli andare. Ogni pagina scritta era un passo avanti verso la guarigione, un modo per ritrovare me stessa e quel legame speciale con Dorian, che non si era mai spezzato, nemmeno nei momenti più bui.
La consapevolezza attraverso le parole
Rileggere le bozze è stato difficile, forse più della stesura stessa. Ogni frase mi riportava indietro, costringendomi a rivivere momenti che avevo cercato di dimenticare. Ma affrontare quei ricordi è stato anche liberatorio.
Dorian e i nostri amici non è solo una raccolta di episodi, ma un tributo alla forza dell’amicizia e dell’amore incondizionato. È un viaggio attraverso la sofferenza e la rinascita, un messaggio di speranza per chiunque stia affrontando un periodo difficile.
Perché leggere Dorian e i nostri amici?
Se ami le storie vere, autentiche, che parlano al cuore, questo libro fa per te. È un invito a riflettere sul valore delle relazioni, sulla capacità di superare le avversità e sulla bellezza della connessione tra esseri umani e animali.
💌 Acquista il libro su Booksprint Edizioni e scopri cosa si cela dietro ogni pagina.
📹 Non perderti la mia intervista, dove racconto tutto questo e molto altro!
Seguimi per altre storie, aggiornamenti e dietro le quinte della mia vita di scrittrice.
mercoledì 9 marzo 2016
Dorian ed i nostri amici, il libro, Booksprintedizioni
Il link del mio primo libro acquistalo ora
Un'emozione unica, nuova, completa e tutta da assaporare!
Il mio libro raccontato in immagini, buona visione.
lunedì 16 novembre 2015
Tratto dal libro Dorian ed i nostri amici

"Lavoro come istruttrice cinofila comportamentale da tanti anni, ho visto e conosciuto tante situazioni, so per certo che non voglio smettere mai di imparare.
So per certo che ognuna delle persone che ho avuto la fortuna di incontrare e ogni cane con il quale ho avuto la fortuna di lavorare mi hanno resa ciò che sono oggi.
Devo ringraziare tutti i cani e tutte le persone che ho avuto modo di incontrare durante il mio cammino di "professionalizzazione", perchè di loro conservo in eredità la scoperta di una nuova prospettiva sulle cose e la rivelazione di un pezzetto in più di me stessa.
Alcuni di loro sono i veri fautori di Wave, quest'onda di emozioni che per me è stata un'onda di cambiamento nel metodo di lavoro.
In mezzo a tutti quelli conosciuti spiccano coloro che di più hanno aperto in me la crisi e quindi la consapevolezza della mia momentanea inadeguatezza nel saperli accogliere, ascoltare e guidare. Ringrazio di cuore questi cani, e le loro famiglie, che hanno dato fiducia alle mie capacità di ascoltatrice e che hanno avuto la pazienza affinchè potessi trovare per loro la giusta via comunicativa e relazionale.
Il mio grazie va a tutte quelle persone che, piangendo, mi hanno rivelato cose veramente intime del loro vissuto."
-tratto da Dorian ed i nostri amici- il mio libro
giovedì 9 aprile 2015
Intervista di Wave-work at vital emotion
wave- work at vital emotion a.s.d.
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il logo |
Nell'intervista specifica quali sono i suoi presupposti teorici nell'educazione del cane e nel rapporto cane/proprietario, chiarisce da dove l'associazione sviluppa i suoi percorsi e soprattutto specifica di non volersi mettere al di sopra di nessuno, perché è soltanto con costante umiltà che si può progredire.
Però Wave lancia una proposta completamente innovativa e coinvolgente....ma perché non venite a scoprirla di persona?
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evento per i canili |
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per i professionisti del settore |
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i nostri corsi |
Ho un grande sogno in mente: un nuovo sistema educativo per i cani ed i loro proprietari.
L'hanno già detto in tanti?
può darsi, ma non come lo custodisco io nella testa!
Ho in mente di trasformare Wave in polo didattico per istruttori, educatori, addestratori ed operatori di canile, che potranno diventare un'unica figura: base sicura per i proprietari.
Ognuno probabilmente vorrà mantenere le proprie tecniche educative e su questo per ora non mi soffermo a discuterne, perché una volta che il nuovo approccio Wave sarà in atto non ci sarà più bisogno di fare distinzioni tra scuole e metodologie....
Ambiziosa?
Moltissimo, soprattutto perché credo di essere su una strada completamente nuova, dove nessuno fin ora si sia mai avventurato e soprattutto perché vedo notevoli risultati nel mio modo di lavorare, che ormai ho acquisito da qualche anno a questa parte.
Non mi arrogo posizioni che non mi competono e lascio ad ogni professionista la propria parte, ma sono per questo convinta che la mia parte non comprenda soltanto esercizi sul cane.
Banale? già ascoltato?
probabilmente è vero, ormai ci sono centinaia di professionisti che sventolano che si occupano di relazione...purtroppo....
Ma in realtà non sanno nemmeno declinare le 3 macro aree delle emozioni! non sanno nemmeno dare il nome corretto distintivo tra emozione e sentimento!
Non sanno nemmeno che cosa provoca la rabbia!
Non sanno nemmeno che cosa voglia dire che le emozioni sono circolari, perché pensano che empatia voglia dire provare la rabbia dell'individuo che ho davanti!
pensano che l'empatia sia sinonimo di alchimia.........
Sono brusca?
Sì, sono delusa dalla marea di frottole che sento raccontare da gente che dovrebbe essere soprattutto preparata ad accogliere il disagio delle persone e dei loro cani, ad ascoltarne la rabbia e la paura, a sentire il bisogno che sommerge i loro comportamenti.
Ecco cosa voglio che diventi Wave: accoglienza, fiducia, collaborazione e rispetto dell'identità di ognuno.
Utopia?
I HAVE A DREAM!
venerdì 19 settembre 2014
....a mouen Doudou, pou tout bèl bagay nou pòkò konnen... (mouen renmen li)
Importanza della lingua e cultura creola.
Dopo un percorso di studi dedicato alla conoscenza delle lingue straniere, e soprattutto quella francese, mi sono chiesta perché nei territori appartenenti alle ex-colonie sia nato il creolo, quali siano state le ragioni che ne hanno determinato lo sviluppo e quale funzione riveste all'interno di quelle comunità.
La lingua creola è stata mezzo fondamentale in quei territori raggiunti da diverse etnie che, entrando in contatto tra loro soprattutto per ragioni economiche, hanno sviluppato questa particolarità linguistica per sopperire ad esigenze comunicative.
In quei luoghi è nata anche la cultura creola e la sua letteratura.
La tradizione orale si è commissionata alla scrittura che invece apparteneva di diritto solo ai bianchi europei.
Tuttavia, Glissant opta per una scelta stilistica decisamente innovativa: si apre alla lingua francese e la destruttura, rinunciando alla necessità di scrivere in creolo per esprimere i valori della propria terra.
Il francese di Francia, si impregna dell'essenza caraibica per poter raggiungere un pubblico più vasto.
Siamo oltre la necessità di adottare il creolo, pur rimanendo una narrazione creolizzata.
Glissant riesce a manifestare nel testo una nuova identità, attraverso la lingua, intesa come forma espressiva e non come l'insieme delle convenzioni necessarie per la comunicazione.
Durante le analisi della mia tesi ho dovuto scegliere tra alcune delle tematiche e delle caratteristiche emergenti dalle opere narrative oggetto di esame.
Ciò che ho percepito è il movimento.
Leggendo le pagine di Glissant ci si sente trasportati da un luogo ad un altro, da uno spazio temporale ad un altro, senza nessun disagio.
La poetica dell'erranza e l'opacità sono gli strumenti che fanno sentire il lettore parte del Tout-monde.
Glissant anticipa i tempi odierni di grande e rapido cambiamento.
Ci avverte e ci sprona ad essere individui rinnovati.
Viviamo in un’epoca di cambiamento rapido, dove tutto si muove più veloce che mai. E l'identità con esso.
Oggi non possiamo più innalzare muri.
E tu che ne pensi della filosofia dell'identità-rizoma?
Scrivimi nei commenti e sii gentile con la comunità: rendi internet un posto migliore ed accogliente.
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