lunedì 15 dicembre 2014

Mastino Sud Africano


Due splendidi esemplari di una razza che in Italia non è per niente conosciuta: mastino sudafricano o Boerboel.
In primo piano il maschietto e dietro la femmina ormai adulta.
Come razza ovviamente sono predisposti alla guardia della proprietà ed è stata selezionata appunto in Sudafrica, così muscolosa per poter competere con animali ovviamente grandi.
Nel paese di origine i soggetti vivono in gruppi numerosi senza problemi di competizione, diversamente da quello che qui da noi succede per la nostra razza autoctona come il Cane Corso che al massimo riesce a vivere pacificamente soltanto in coppia.
Questo è già un indizio importante per quello che sarà lo sviluppo caratteriale dei cuccioli.
Conoscendo questi cani mi sono accorta della loro estrema calma e lentezza nei movimenti, che ovviamente li porta ad essere molto meno reattivi rispetto ad un'altra qualsiasi razza predisposta alla guardia della casa.
Anzi, osservano molto e ascoltano l'umore ed il tono della conversazione senza controllare inutilmente la situazione.
La femmina si è dimostrata molto più riservata rispetto al maschio, dimostrando così un notevole dimorfismo sessuale, come spesso succede tra i molossi di grande taglia.
Lei sembrava quasi un Fila brasileiro nella sua riservatezza: è venuta in mezzo a noi, ha scelto un gioco, ha alzato leggermente il pelo e poi si è messa davanti alla porta di casa per poter andare a gustarsi il suo giocattolo in tranquillità.
Lui invece, con i dovuti modi, si è lasciato coinvolgere nel gioco e non ha dimostrato nessun segno di disagio sia che io fossi lì sia che mi dimostrassi interessata ai giocattoli.
Pur essendo la prima volta che ci vedevamo, i cani sono stati disponibilissimi a fare la mia conoscenza e non si sono mai mostrati preoccupati nel vedermi interagire liberamente con i proprietari e nemmeno girando per casa.
Certo che sono stata accolta dal loro punto di riferimento (i proprietari), ma questo vuol dire che nonostante siano in due, l'importanza del loro proprietario rimane fondamentale e a questo punto torniamo ai Mastini che vivono in Africa in gruppo numeroso: una persona sola non potrebbe mai gestire un gruppo grosso di questa razza se i soggetti non mantenessero interesse ed accreditamento sull'uomo!
Cosa appunto che non succedeva nelle nostre masserie dove lavorava il Cane Corso, molto più autonomo rispetto a questi cani.
Ho vissuto con un Corso per diversi anni e ho condiviso praticamente tutte le mie esperienze importanti, trovo che i Boerboel siano più prossimi all'uomo, più lenti e dunque meno reattivi. Certo rimane che hanno una potenza fisica molto maggiore del nostro Corso o del Rottweiler ed anche dell' Alano, quindi il mastino sudafricano rimane per persone che sappiano tenerlo fisicamente e che sappiano anche apprezzarlo nelle sue doti di difensore del focolare domestico.


martedì 9 dicembre 2014

Alano Arlecchino



Questa ragazza è la mia dolcissima compagna di vita Erinni, alano arlecchino di 4 anni circa.
Quando mi dicevano "un alano è diverso da tutti, un alano è un mondo diverso" non capivo con esattezza cosa volessero dire....ma a vivere con lei ho potuto toccare con mano (e col cuore) che cossa intendessero!
Un alano, come razza, nasce dall'incrocio di grandi molossi e grandi levrieri per dare maggiore slancio ed atleticità ai soggetti.
Sono stati cani da guardia delle corti più nobili ed antiche, ma anche cani destinati alla caccia.
In effetti...seguire le piste del selvatico le piace tantissimo!
ha scoperto un giorno durante la nostra passeggiata libere per i boschi un tasso canino 8col quale ha avuto un incontro molto ravvicinato!) e da allora sa che l'odore che sente è quello di un animale selvatico e le piace tantissimo seguirlo fin che può....certo la mole non danno ad Erinni grande resistenza sul percorso.
Inoltre è affettuosissima, allegra, giocherellone, prudente e riflessiva, collaborativa come altri grandi molossi non sono.
Nonostante sia uscita dal rescue solo un anno fa e quindi abbia condotto una vita piuttosto difficile, continua nella sua positività ad essere curiosa, festosa e simpatica.
Questo mi ha impressionato dell'alano: la dolcezza e la piacevolezza di viverle accanto!
Mi ha talmente tanto convinta che è bello stare al mondo che ora riesco a guardare con maggiore positività anche i momenti difficili!
Erinni è stupenda: non è contenta fin quando non mi vede serena come al solito e fa tutto quello che conosce per portarmi allegria.
Io dico che fa delle "alanate", perché non ho mai avuto un altro cane così divertente: se mi vede seria inizia a spingermi e poi a girarmi intorno abbaiando per invitarmi a giocare, oppure mi si siede davanti e piano piano si arrampica su di me per lavarmi tutta la faccia, oppure mi ruba le scarpe che usiamo per la passeggiata ed inizia a portarle in giro per il giardino fin quando non la raggiungo ed iniziamo a correrci dietro.
Insomma, ha un sacco di iniziativa per cercare di farmi tornare il buon umore!
Altrimenti se non funziona nulla mi snerva talmente tanto a piagnucolare che finisco quasi sempre per uscire a fare un giro.
Impossibile resistere al fascino di un alano!
nonostante la loro mole importante sanno farsi piccolissimi pur di stare in compagnia, riesco ad infilarsi in cucce impensabili per le loro dimensioni e anche quando ho il baule impegnato di roba lei riesce comunque a salire e trovare uno spazio microscopico pur di uscire con me.
Fantastica! Adora fare giochi insieme che talvolta si trasformano in veri e propri esercizi di "obbedienza": in 2 mesi ci siamo preparate per un esame di Rally Obedience e questo veramente è un risultato che solo un cane generoso e desideroso di stare col proprietario può dare!
tra alano ed altri molossi non c'è veramente paragone....ho amato anche gli altri due pazzamente, ma Erinni ha quel qualcosa in più che si può solo capire vivendoci.

Percorsi in canile per facilitare le adozioni


Ecco qui la piccola Jenni, adottata e felice! 
Grazie al lavoro svolto con pazienza finalmente la ragazza riesce ad uscire almeno per una breve passeggiata al guinzaglio, riesce a farsi vestire di pettorina e a fidarsi quanto basta per poter trovare una nuova casa....questa è la foto del giorno in cui è stata portata a casa dalla sua nuova famiglia. 
Buona vita ragazza!

Le mie giornate al canile: recupero cane diffidente.



Pausa merenda in compagnia degli ospiti del canile. No pietismo, soltanto affetto.



I miei compagni durante la pausa merenda, te li presento: da sinistra la giovane Cloè, Peter e Tommy. 
Sono ospiti al canile di Castell'Arquato e sono così attenti a quello che faccio perché sto mangiando un pacchetto di crackers nel box a fianco al loro. 
Stavo in realtà lavorando su un cagnetto nel box dove sono seduta in pausa.

Come recuperare un cane diffidente? 


Bhè cagnetti diffidenti sull'uomo necessitano di tanto tempo di studio e di analisi verso di noi: ci guardano, ci osservano nei movimenti e nei gesti, ma soprattutto osservano la reazione dei cani che hanno attorno quando noi ci muoviamo e interagiamo con loro. 
Per questo ho sfruttato il momento: accendere curiosità nei vicini di box! 
Ma forse non è solo questione di lavoro....a me piace condividere il mio tempo con loro e fare finta di dare loro una quotidianità: mangiare, telefonare, leggere, guardarli e coccolarli.
Lo scopo è aiutarli a gestire una routine quando un giorno saranno adottati e faranno parte di una quotidianità molto complessa, che richiede diverse competenze.
Ogni lunedì sono con loro e se non posso anticipo alla domenica, perché sono loro i miei maestri migliori.
Stando a contatto con loro riesco a capire meglio tanti comportamenti, interessi, espressioni, emozioni e la comunicazione.
Questo mi agevola tantissimo nel lavoro che svolgo con i cani di proprietà.
Grazie agli anni passati in compagnia dei cani del canile, ho imparato moltissimo su cosa fare, come farlo e soprattutto quando fare un qualsiasi tipo di intervento comportamentale.

lunedì 3 novembre 2014

Una splendida Boxer ospite al canile di Castell'Arquato (PC)


Sei una persona attiva e dinamica? Ti piace giocare col cane e fare lunghe passeggiate
Lei è la Boxer che fa per te!




E' super simpatica, attenta, zero problemi.
Va d'accordo con gli altri cani e con tutte le persone.
E' forte, anche se non è più troppo giovane.
Ama giocare e fare lunghe passeggiate.
Ovviamente le piacciono le coccole.
Fortunatamente non ha passato tutta la sua vita in canile.
E'entrata da poco e si ricorda ancora come si va in auto, come si va al guinzaglio e che è bene stare sedute quando si aspetta.
Ti sembrano banalità?
No, vero?
Sono comportamenti molto utili nella nostra vita quotidiana che fanno parte dell'indice di adottabilità di un cane.
Più abilità, conoscenze e competenze ha un cane, più sarà facile inserirlo nella famiglia adottante.
Quindi più sarà facile per lui uscire dal canile.

Rottweiler: cane aggressivo oppure errore di gestione?




Ovviamente per motivi di privacy della famiglia e del cane non scriverò nè dove si trova nè come si chiama.
Chiameremo questo cane Tato e diremo soltanto che è un adulto.
Si vede chiaramente che è di razza Rottweiler e che vive in una situazione che sicuramente non gli è adatta.
Ricordate che mestiere anticamente faceva il Rottweiler? 
Era il cane del macellaio, quindi stava sempre accanto al suo proprietario e ne custodiva la vita e la borsa dei soldi!
Secondo voi come potrà stare invece questo soggetto?
Solo, stretto, abbandonato a se stesso, probabilmente deluso dal genere umano e sicuramente non propositivo e speranzoso verso l'uomo.
Quindi perché non dovrebbe essere arrabbiato almeno un pochino?
Quando mi sono avvicinata al suo spazio non ha avuto alcuna reazione sgarbata: mi ha guardata negli occhi come io ho fatto con lui, senza sfida, ma solo con curiosità.
L'ho salutato e gli ho lanciato dentro un po' di crocchette gustose, era in imbarazzo e dubbioso.
Le ha fiutate, ne ha presa una e l'ha portata nella cuccia e visto che il sapore era buono l'ha assaggiata.
E' tornato per prenderne un'altra, ma lo stress ha preso il sopravvento e ha fatto un giro e ha fatto la pipì per calmarsi un attimo.
Allora è tornato e ne ha mangiate altre.
Con questo sicuramente non ho l'illusione di essere diventati amici.
Non sono certo una manciata di crocchette a far passare anni di gabbia!
Ma almeno ha dato dei segnali, almeno ha potuto comunicare con qualcuno, liberamente, senza forzature o giudizi.
Sono molto dispiaciuta, perché potrebbe essere un validissimo cane.
Ombroso, diffidente come un soggetto agli estremi di questa razza, ma forte, equilibrato e un gran lavoratore. 
Un compagno impareggiabile, ma a condizione di una sana ed equilibrata relazione fondata sul rispetto delle regole di base della convivenza.
Purtroppo invece se nessuno se ne farà carico resterà un altro dei tanti Rottweiler degenerati nella loro tendenza possessiva a finire in isolamento e giudicati "pericolosi".
Sono veramente rattristata dalla forza distruttiva che può generarsi dall'incomprensione comunicativa: un ringhio interpretato male, uno scatto scambiato per un'aggressione, un gioco troppo impetuoso e voilà il cane finisce nella gabbia.
Allora chi è l'aggressivo?
Il cane è un predatore di natura e noi della prede di natura, ma allora perché prima di scegliere un cane non riflettiamo attentamente sulle nostre reali possibilità?
Non possiamo definire aggressivo a priori quello che in realtà in natura è normale!
Mi spiego meglio.
Se il comportamento di aggressione in un predatore è etologicamente corretto non dobbiamo stupirci che alle volte emerga e a maggior ragione in razze in cui è stato selezionato appositamente per aiutarci in mansioni in cui noi, per la stessa etologia, saremmo carenti e abbiamo quindi bisogno dell'aiuto di quello di una specie predatoria.
Ciò considerato bisogna stabilire quale comportamento di aggressione è fuori dai pattern comportamentali normo dotati del cane.
E' chiaro a tutti ormai che se un ladro entra nel territorio di un Rottweiler il cane parta a difendere, come è anche chiaro che se un amico di famiglia entra perché invitato lo stesso cane debba rimanere tranquillo.
Qui ovviamente entra in gioco l'educazione e la buona gestione del cane fin dal suo ingresso in famiglia ( e non vuol dire che sia per forza un cucciolo!).
Come può fare il cane da solo a distinguere un ladro da un amico?
Ovviamente solo attraverso la relazione col proprietario!
Come può fare il cane a distinguere quando è un gioco di possesso e quando invece deve difendere la mia borsetta?
Anche qui soltanto attraverso la relazione.
Quindi arriviamo ad una conclusione semplicissima: esistono razze e soggetti più predisposti ad esprimersi attraverso una comunicazione aggressiva, ma soltanto perché conoscono solo quella!
E' un dovere dei proprietari dei cani far conoscere ai propri amici pelosi diversi stili relazionali e quindi comunicativi.
Questo è uno dei motivi per cui amo tantissimo i soggetti aggressivi: fondamentalmente non mi fanno paura, capisco perché sono così arrabbiati nei confronti di qualche cosa o qualcuno e soprattutto so che posso guidarli verso una comunicazione differente.
L'aggressività è favorita da un certo contesto emotivo e on è altro che un modo di esprimersi.
La cosa più importante per affrontare un soggetto aggressivo è comprendere che in quel momento non ha alternative per esprimersi: dice le cose urlando, sbattendo i pugni, distruggendo tutto quello che incontra sul suo cammino, allontanando chiunque, ma in fondo è uno spirito condannato a vivere solo e quasi sempre è proprio quella solitudine che alimenta l'aggressività.
Ritengo che la cosa più importante per aiutare un aggressivo ad uscire dal suo meccanismo sia non scappare (lavorare in sicurezza certamente!) perché soltanto così si potrà fare breccia ai suoi occhi e diventare credibili.
Tutti gli aggressivi sono soli e la solitudine alimenta la rabbia, la rabbia diventa esplosiva, devastante, nebulosa fino a confondere tutta la realtà col proprio percepito.
L'unica strategia possibile di intervento è agire sulla solitudine: essere forti, preparati e non scappare!
Ovviamente non aggredire, perché questo non farebbe altro che confermare che l'aggressività è l'unico mezzo di comunicazione possibile.
Invece è importante ancorare il soggetto aggressivo alla propria forza interiore per strapparlo al suo turbinio emotivo privato e aprirlo a nuove forme di comunicazione.
Amo con tutto il cuore gli aggressivi, perché credo di sapere cosa li rende così arrabbiati; perché sento tutta la loro solitudine, tutto il loro dolore non condiviso; perché capisco quando urlano disperati perché non sanno di avere alternative.



lunedì 13 ottobre 2014

La passeggiata in libertà



E' fantastica quando sente qualche cosa e parte in "caccia"!
Come si può rinunciare al piacere di vedere il proprio cane fare veramente il cane?
Come possiamo negare al nostro amico l'occasione di esprimersi veramente, profondamente e sinceramente alcune volte?
Molto spesso mi sento raccontare dai proprietari che non possono lasciare libero il proprio cane perché "scappa".
Analizziamo meglio la situazione.
Premessa: i cani non scappano dalla propria base sicura o se vogliamo chiamarlo proprietario o conduttore o anche padrone, quando sentono un legame tornano sempre.
Diciamo invece che ogni razza ed ogni singolo individuo avrà una distanza differente dal proprio umano.
I pastori staranno più a vista, le razze da caccia seguiranno una pista anche per metri e metri, i levrieri arriveranno fin dove li porterà il fiato, i molossi più pigri faranno uno scatto di corsa.....ma tutti se ben attaccati al proprio punto di riferimento umano torneranno!
E anche quando ci perderemo di vista il nostro cane tornerà sempre nel punto dove ci ha perso o tutt'al più dalla nostra auto o a casa addirittura.
Quindi quasi sempre quello che blocca il proprietario dallo sgancio del guinzaglio è di natura emotiva.
Sganciare il guinzaglio equivale a perdere il controllo della situazione, equivale a buttarsi in un mondo fatto di sensi che noi non siamo abituati ad utilizzare e che la nostra natura umana ci consente solo fino ad un certo limite.
Sganciare il guinzaglio spesso procura ansia al proprietario che sente di non conoscere completamente il mondo dove sta per entrare il cane liberato.
Ed è proprio questa sensazione che adoro quando sgancio un guinzaglio!
E' come cambiare dimensione: entro a far parte del mondo del mio cane, mi dimentico di non sentire gli odori come lui, di non riuscire a sentire i rumori allo stesso modo e mi sembra di poter vedere attraverso i rami degli alberi sagome ed immagini di animaletti selvatici che applicano tutte le loro strategie di fuga.
E quando guardo Erinni (o chi è con me) che non sente più il guinzaglio attaccato finalmente la vedo veramente CANE: naso in alto, orecchie avanti, coda parallela al terreno, sguardo fisso......e via che corre...ed io nello stesso istante che la vedo partire sento i piedi che mi si staccano da terra ed è come se potessi correre al suo fianco.
E' come se potessi sentire il bosco con le sue orecchie e quando la vedo che ritorna con la lingua a penzoloni, stanca ed appagata anch'io sento di avere il fiato corto.
Quando le sgancio il guinzaglio in realtà è come se lei mi portasse completamente nel suo mondo.
Senza il guinzaglio so che siamo veramente unite nelle nostre identità così diverse.
E' come se per un istante potessi prendere le sembianze di un cane: fiutare ogni traccia, ascoltare suoni per noi sconosciuti, scavalcare tronchi, correre su per salite per me impensabili......in realtà la sua libertà è per me un regalo ogni volta.
Certamente bisogna scegliere il posto adatto dove per il cane non possano esserci pericoli come il traffico, case vicine, cacciatori, scoppi improvvisi....
Inoltre bisogna aver conosciuto il proprio cane: esistono tante modalità di richiamo efficaci differenti in base al soggetto.
Alcuni preferiranno non essere richiamati per riagganciare il guinzaglio, altri una volta arrivati su una traccia avranno bisogno di qualche minuto in più per tornare, altri ancora non sopporteranno grida isteriche di richiamo.
Ma una volta che il proprietario avrà capito come e quando richiamare il proprio cane non ci saranno più scuse per non lasciarlo libero.
Con le mie donne adottate (Paola ed Erinni) è stata una delle prime attività che abbiamo fatto.
La prima settimana siamo sempre uscite al guinzaglio intorno casa di modo che potessero imparare la zona in sicurezza.
Passato questo primo periodo di assestamento ho notato che provavano a mettermi alla prova sui tempi della passeggiata e delle direzioni da prendere: erano entrambe adulte quando le ho adottate e giustamente prima di fidarsi e di affidare le loro vite nelle mie mani dovevano capire di che pasta sono fatta.
Notavo che provavano a fermarsi ad ogni passo per un tempo eccessivo, che facevano finta di non voler prendere la direzione che io avrei voluto, che si impuntavano a fissare qualche cosa o qualcuno...tutte quelle sceneggiate che volevano mettermi alla prova su quanto fossi decisa e convinta di quello che chiedevo loro.
Quindi ho capito che l'unico modo per aggiustare subito le cose senza che diventassero competizione nella nostra giovane relazione ho sganciato il guinzaglio.
Ho scelto un ritmo della passeggiata e ho tenuto il mio passo, ho scelto le mie traiettorie e non le ho cambiate per loro, mi sono fermata quando lo ritenevo opportuno e allo stesso modo sono andata a casa quando ero stanca.
Il risultato è stato fantastico: tutte e due si sono allineate con me e non il contrario, cosa che sarebbe necessariamente successa se avessi mantenuto il guinzaglio.
Così oggi possiamo muoverci tranquillamente per i boschi i prati e la campagna che so che sono loro a guardare dove vado e non il contrario: ed è proprio questo che ci fa vivere la nostra passeggiata in libertà serenamente!



venerdì 19 settembre 2014

....a mouen Doudou, pou tout bèl bagay nou pòkò konnen... (mouen renmen li)


proposta di dottorato in traduzione francese-italiano




Dopo un percorso di studi dedicato alla conoscenza delle lingue straniere, e soprattutto quella francese, mi sono chiesta perché nei territori appartenenti alle ex-colonie sia nato il creolo, quali siano state le ragioni che ne hanno determinato lo sviluppo e la funzione che riveste all'interno di quelle comunità.
La lingua creola è stata mezzo fondamentale in quei territori raggiunti da diverse etnie che, entrando in contatto tra loro soprattutto per ragioni economiche, hanno sviluppato questa particolarità linguistica per sopperire ad esigenze comunicative, ma in quei luoghi9 è nata anche la cultura creola e la sua letteratura.
La tradizione orale si è commissionata alla scrittura che invece apparteneva di diritto solo ai bianchi europei.
L'opera di Glissant si apre alla lingua francese, perché non ha bisogno del creolo per esprimere i valori della propria terra, ma sarà il francese ad impregnarsi dell'essenza caraibica per poter raggiungere un pubblico più vasto.
Per scoprire come Glissant riesca a manifestare l'identità attraverso la lingua, intesa come forma espressiva e non come l'insieme delle convenzioni necessarie per la comunicazione, ho dovuto scegliere tra alcune delle tematiche e delle caratteristiche emergenti dalle sue opere narrative purtroppo le choix implique lacunes et l'on en trouvera certainement.

L'identità non è una


"Soprattutto in un momento storico in rapido cambiamento come questo attuale che si sta muovendo è impensabile che l'uomo possa riuscire a definire la proprio personalità restando chiuso in se stesso e cercando anzi di imporsi sul suo simile per timore di perdersi.
Ormai anche le nuove tecnologie adottate dai media nella quotidianità velocizzano la comunicazione e possono essere utilizzate per rompere con la vecchia concezione della supremazia di una razza sull'altra, anche se è difficile cambiare l'immaginario collettivo quando il pensiero è stato abituato a chiudersi all'interno di un sistema rigidamente strutturato. "

-dalla mia tesi di laurea 2005-

mercoledì 3 settembre 2014

La golden retriever con difficoltà di socializzazione


Due femmine adulte di Golden, ma una con problemi comunicativi con altri cani.
A prima vista i segnali calmanti identici con posture differenti.


Questa immagine ritrae perfettamente la socializzazione olfattiva, i cani lasciano traccia di se a debita distanza dell'altra, di modo che ognuno possa rispettare la propria zona di confort e odorare chi sia l'altra.



La più esperta lascia il campo libero all'altra, si mette di spalle e sempre col naso a terra per non dare alcun segno di provocazione o sfida verso l'altra in difficoltà.


Notate che la Golden più esperta rimane a coda morbida, verso l'esterno e lascia che l'altra la osservi, anche se con la dritta e molto rigida nella postura.


va bene, ormai siamo tranquille e possiamo anche sdraiarci.....ma ancora non troppo vicine!

Ho già scritto circa due anni fa dei problemi di socialità di un Golden retriever nei confronti dei suoi simili, bene ora mi ricapita una situazione più o meno simile con una femmina di Golden, che qui nelle foto è quella di colore più scuro.
La sua difficoltà sta nell'immensa paura del contatto fisico, naturalmente deriva da insicurezza sia dovuta alla scarsa socializzazione primaria nel periodo sensibile giusto fino alla maturità ed anche dalle posche pochissime esperienze che la famiglia le fece fare.
Diciamo che la miscela di scarse competenze relazionali e scarsa autoefficacia la portavano a sembrare "aggressiva" verso gli altri cani, già soltanto alla vista.
Il percorso insieme alla famiglia è stato per me molto gratificante e spero anche per loro!
La cagnetta ne ha tratto sicuramente beneficio perché riesce ad oggi a farsi qualche amicizia canina e a socializzare con le tipologie di cani più pacate e riflessive.
Poco importa che siano maschi o femmine, ad esempio l'altro Golden delle foto è una femmina più adulta di qualche anno, ma molto competente a livello comunicativo e relazionale.

giovedì 17 luglio 2014

Caro amico mio, da Dorian ed i nostri amici

Carissimo amico mio,
qui è tutto piuttosto difficile.
Da quando non ci sei più tutto sembra essersi intricato, complicato, sembra essere calato un velo di nebbia su tutti i miei progetti, quella nebbia tipica della pianura padana che avvolge tutto per giorni...
Mi manchi e su questo non riesco a farci niente.
Ogni gesto che faccio penso ancora di averti accanto e sono tantissime le occasioni che rivorrei i nostri momenti insieme.
Mi sento molto egoista a dirti questo, perchè so che negli ultimi periodi non stavi per niente bene e si vedeva lo sforzo che facevi per essere fedele a te stesso, ma cosa darei per sentire ancora il tuo pelo tra le dita e per poter giocare spensierati come eravamo tanti anni fa.
Le lacrime scendono spesso, sempre quando penso a te.
Come si fa a superare questi momenti? come si fa a programmare le cose in modo diverso? dove si trova il confine tra il ricordo e il dolore?
Ho sempre saputo che sarebbe stato un momento difficile, ma mai avrei immaginato che non sarei riuscita a lasciarti andare.
Ti ho accompagnato fino all'ultimo istante e la mia mente si è raccontata la storia che stavi solo dormendo, ma il mio cuore è ancora lì che ti abbraccia e ti stringe.
Quante cose che abbiamo vissuto insieme, per quanto tempo sei stato l'unico punto fermo della mia vita e tutto senza chiedere niente per te, senza pretese......
Non si può vivere nel passato, ma voglio che il mio futuro sia ricco di te.
Che buffo, anche ora che non sei più qui con me, mi rivolgo a te, che rimani sempre il mio punto fermo...

Tratto da Dorian ed i nostri amici

Il mio cane può essere tutor?

Da quasi due anni mi interrogo profondamente su questo tema.
Tutto è successo nel giugno di due anni fa quando mi è successo uno spiacevole incidente con Dorian, quando improvvisamente mi sono resa conto degli sforzi e delle pressioni che gli avevo richiesto durante le sessioni di lavoro in presenza di altri cani.
Custodisco gelosamente l'elenco e la descrizione della attività che svolgevamo insieme quando lavoravo con alcuni clienti.
E'una storia alla quale ho accennato spesso nei miei post eche qui non mi sembra il caso di sottolineare nuovamente.
Qui mi voglio concentrare sul metodo di lavoro che ho portato avanti piuttosto inconsapevolmente durante gli anni di vita di Dorian.
Dall'elenco degli incontri che insieme abbiamo sostenuto emerge chiaramente la differenza di stili degli interventi stessi e la diversità di clienti che seguivamo insieme: dal cucciolo, al fobico sociale, all'iper-eccitabile...troppa diversità della tipologia di approccio che il mio cane doveva tarare sull'altro.
Quando appunto due anni fa ho avuto chiaramente la percezione della fatica alla quale è stato sottoposto ho voluto condividere la mia esperienza e le mie riflessioni con alcuni colleghi che pensavo potessero essere interessati a lavorare insieme verso una maggiore dimensione di benessere dei nostri cani.
Ho pensato, ingenuamente, che insieme avremmo potuto approfondire maggiormente l'argomento e arrivare alla tutela dei cani che quotidianamente affiancano educatori ed istruttori.
Ho iniziato a telefonare ai colleghi dicendo che mi ero resa conto di dove avevo sbagliato e che insieme avremmo potuto evitarlo.
Ho sempre pensato che la condivisione fosse il valore aggiunto a qualsiasi lavoro ed invece ho sbagliato nella valutazione.
Probabilmente quello che interpretavo come un'illuminazione dagli altri è stato vissuto come un insuccesso: ammettere di aver sbagliato la valutazione delle condizioni psichiche del proprio cane per me in quel momento è stato un enorme successo professionale, mentre per gli altri credo sia stato interpretato come scarsa preparazione professionale.
Ho creduto in quelle telefonate, ho creduto che avremmo potuto condividere un progetto e farlo crescere ed aumentare d'importanza, ma invece è stata soltanto un'illusione......
All'epoca ero bloccata a letto a causa di una brutta caduta sul ginocchio e quindi leggevo, scrivevo, riflettevo, aspettando di potermi alzare e di CONDIVIDERE finalmente......
Dopo essermi ripresa sono stata a colloquio col direttore prof. Marchesini cercando un confronto per quella famosa condivisione che tanto mi piace, ma credo che sia stata una gran presa in giro.
Il progetto come io lo intendevo, non è mai partito nè con i colleghi istruttori, nè tanto meno appoggiato dalla scuola, purtroppo è stato tutto stravolto ed utilizzato per "piccoli" seminari di maggior soddisfazione personale per chi li realizza che non di vero interesse per chi opera nel settore.
Avrei voluto che tutte le conoscenze di tutti coloro che erano stati chiamati in causa potessero essere fuse in un unico grande progetto, invece purtroppo quello che mi resta è la delusione di aver visto una parte delle mie riflessioni trasformarsi in qualche cosa di commerciale per i partecipanti.
Per fortuna non ho avuto nè il tempo nè l'occasione per raccontare di tutto quello a cui stavo lavorando.
Credo siano stati talmente frettolosi che non si sono dati nemmeno il tempo di ascoltarmi per intero!
Mi è stato detto che in realtà ci stavano già lavorando da tempo e che quindi molte cose erano già state fatte....ma vuoi proprio che io sia stata così maga da leggere nelle loro menti e scrivere di una cosa che ancora non era nota? eppure ancora adesso, ogni tanto, qualcuno di loro mi manda mail chiedendo a che punto sono....ma se ci stavano lavorando da tempo, non dovrebbero aver finito il progetto?
Quest'anno ho voluto rischiare e proporre sempre al prof. Marchesini un'altra tipologia di progetto, legato alla comunicazione ed alle emozioni, e la cosa divertente è che mi sento dire che era già due anni che ci lavoravano sopra........ma allora sono proprio una veggente........  

venerdì 20 giugno 2014

Esercizi con alcuni ospiti del canile.


Tecnica della serendipity.
Curiosità: cosa ci sarà li dentro di buono?









Esplorazione dell' ambiente



e qui cosa ci sarà?





certo che in compagnia è meglio!







Continua a seguirmi per vedere altre tecniche di recupero comportamentale sul cane di proprietà e non.


venerdì 30 maggio 2014

Passeggiando in compagnia.......














La galgo spagnola del mio papà e la mia splendida alano arlecchino: che passeggiata fantastica!

video Cane Corso



Trovo molto interessante questa presentazione del Cane Corso, perchè finalmente non ne esalta soltanto le doti di guardiano, ma lo mostra abbastanza nella sua completezza.
Sono cani che se ben accuditi ed amati riescono ad inserirsi in tante situazioni diverse perchè per loro la cosa fondamentale è stare accanto alla propria famiglia.

giovedì 8 maggio 2014

Dedicato a te... (per il mio Cane Corso, Dorian)

Scrivo, scrivo, scrivo...per tenerti vivo, per sentirti qui con me, per riviverti nelle mie parole e per far conoscere a tutti la nostra storia.
Una storia piena di emozioni, tutte le emozioni: gioia, rabbia, tristezza, allegria, serenità, paura, euforia...
Forse, la storia di tanti, ma speciale nella sua unicità.
Voglio raccontarla, perché le emozioni non possono stare chiuse nel cuore, loro, hanno bisogno di luce per continuare ad essere vissute.
La nostra storia è quella di una giovane proprietaria e del suo cucciolo di Cane Corso, scelto un po' per passione, per desiderio e un po' per caso.
Un giorno di otto anni fa circa questi due esseri si incontrano sotto al tavolo dell'allevatore: due perle nere che fissano il mondo da dentro un trasportino.
Mi ricordo esattamente la sensazione di quando ho aperto quella gabbietta: un'onda travolgente che mi ha colpita in pieno: la gioia di conoscerti, la paura di sbagliare, la curiosità di vederti crescere e l'entusiasmo di poter crescere insieme!
Ancora oggi, quando ripenso a quel gesto, sento dentro tutto quel turbinio...
Ricordo benissimo i nostri primi mesi insieme, del tempo passato a scambiarci affetto, ancora non avevo la preoccupazione di doverti educare, quella è arrivata più tardi, attraverso gli altri, che purtroppo ci hanno sempre condizionati tanto, tantissimo, troppo.
Allora, la notte dormivamo vicini, giocavano tanto con qualsiasi cosa ed in qualsiasi modo, la nostra regole base era rispettarci!
facevamo tante passeggiate liberi nei prati e nei boschi, andavano a giocare con altri cani in città, andavamo al bar...in vacanza...insomma cercavamo di essere presenti l'una all'altra e lo siamo stati veramente...
Poi la scoperta della prima gravidanza mi ha mandata in confusione: ho iniziato a sentirmi insicura, mi venivano i dubbi di non essere una brava "proprietaria" e così abbiamo iniziato il percorso educativo.
Mi devi perdonare amico mio se allora credevo che fosse l'unica strada possibile, spero tanto che tu possa perdonare questa piccola creatura umana che a quel momento non aveva ancora scoperto quanto sia grande e potente il linguaggio delle emozioni.
Potrai mai perdonarmi amico mio?
Mi dispiace aver scoperto troppo tardi la giusta via per poter comunicare insieme, per troppo tempo mi sono affidata ad esercizi ed esercitazioni non riuscendo a comprendere che cosa stavi cercando di mostrarmi.
Purtroppo sono riuscita a vedere attraverso i tuoi occhi soltanto troppo tardi e quello che ho visto mi è piaciuto, mi ha appassionata,  mi ha coinvolta, ma ovviamente mi ha anche sconvolta, perché mi ha messo davanti alla mia più grande stoltezza e a i miei più grandi limiti umani.
Adesso non possiamo più tornare indietro e quello che non riesco a superare è il dispiacere di non averti capito fino in fondo quando ancora eri qui con me.
Adesso non voglio più chiudere gli occhi e far finta che quel mondo non esista: tutti noi siamo uniti dal filo speciale delle emozioni ed ora quello che voglio è dirlo a tutti.
Non so se riuscirò mai a perdonarmi di tutte le stupide pretese che ho avanzato su di te, degli sbagli veramente assurdi e grossolani, dell'esperienza che ho fatto a discapito tuo; non so se troverò mai la serenità per poterti pensare senza chiederti perennemente scusa.
Quello che so è che non possiamo buttare via la nostra storia, perché la sua condivisione potrebbe essere utile alla serenità di altri.
Questa è l'unica consolazione che mi resta, dopo tutto il male che ho scoperto di averti fatto, posso solo sperare che altri possano trarne beneficio.
Ti ringrazio amico mio per non aver mollato mai, in questo sei sempre stato Cane Corso: dignitoso, leale, coerente, forte, convinto ed esperto.
Ti dedico questo scritto, con tutte le energie che avrò porterò avanti la nostra storia, finchè vivrò tu vivrai, Dorian.

Tratto da Dorian ed i nostri amici

mercoledì 26 marzo 2014

Vivere e convivere col mastocitoma

web.tiscalinet.it/antaweb/mastocitoma.htm

So che non è un argomento facile da trattare e so anche che ormai tantissimi dei nostri cani o gatti ne sono affetti.
Non è mia intenzione qui parlarne in modo medico e scientifico, ma voglio solo riportare la nostra storia.
Nel giugno dello scorso anno ho portato Dorian a fare operare (castrazione) perchè secondo me e secondo la nostra veterinaria presentava una conformazione strana dei testicoli.
Speravo con tutta me stessa che fosse un ciste o un cumulo di grasso, anche se sentivo in cuor mio che si trattava di qualche cosa di brutto.....
La certezza è arrivata con l'esame istologico e con la consapevolezza che le ferite non si stavano rimarginando in modo normale, infatti un sintomo di questo tipo di tumore è proprio questo: le ferite non si rimarginano facilmente e tendono a diventare purulente.
La diagnosi è stata molto chiara e la prognosi molto vaga: di vita gli restavano dalle 2 settimane ai 2/3 mesi circa.
Lo spavento, lo schoc della perdita imminente di un affetto caro e di parte delle mie sicurezze: tutto mi sembrava che stesse per finire.
Insieme alla veterinaria abbiamo cercato di capire come fosse meglio intervenire: se chemio e radio, ecografie, prelievi.....o se invece terapia omeopatica, relax, affetto e riposo.
Ho optato per la seconda strada: abbiamo iniziato qualche rimedio omeopatico sia di sostegno sia di ripristino di alcune funzioni (tipo quella urinaria); abbiamo iniziato a divertirci e a fare le cose solo più tranquille e rilassanti.
Poi ho pensato che forse anche la dieta andava cambiata, mi sono ricordata di quanto fosse stato discusso all'epoca il metodo di Bella.....e così ho iniziato a leggere sulle proprietà dei nutrienti, su cosa dare e su cosa non dare assolutamente; ho scoperto che la dieta naturale del cane si chiama Barf, ho integrato con alcune letture che specificano cosa sia meglio evitare e cosa sia invece doveroso favorire.
Ho studiato alcuni integratori potentissimi come la corteccia di unghia di gatto che sostiene talmente tanto le difese immunitarie che alcuni ricercatori la utilizzano anche nella lotta all'HIV; ho letto fino a farmi male gli occhi e ho sperato che tutto funzionasse.
Ho passato i primi 3 mesi a integrare la dieta con varie soluzioni: olio di pesce; olio di semi; uncarica; curcuma.....tutto quello che ho trovato potesse arrestare la produzione di cellule tumorali......ebbene sono passati ormai 10 MESI!!!!!!! e Dorian è ancora con me!!!!!!
Gioca, dorme, fa la guardia a casa, passeggiamo, andiamo al bar, fa tutto quello che fa un cane sano....soltanto devo stare attenta all'affaticamento e all'irritazione che un qualsiasi malato può provare.
In fondo è un vecchietto che sta male e che costantemente gestisce la sua malattia: io cerco colo di essere di sostegno come posso ad un processo che in natura è normale: l'autoconservazione!
Non dico che abbiamo sconfitto la malattia, ma dico solo che abbiamo trovato il sistema per rallentare il processo e per fare in modo che questi mesi della sua esistenza fossero piacevoli, dignitosi e VIVI! 

domenica 23 marzo 2014

Educazione/ Istruzione Cane Corso


Abbiamo già accennato a cosa intendo per "educazione del cane": valutare le caratteristiche del soggetto, l'ambiente di vita, gli interessi e la memoria di razza per costruire un percorso pedagogico personalizzato finalizzato all'equilibrio del soggetto.
Questo vuol dire che se avrò un cucciolo di border collie che vive in città non potrò incentivare esclusivamente giochi di lancio di vari oggetti per non insegnare al cane a rincorrere qualsiasi cosa o persona si muova; educare un maremmano vorrà dire bilanciare la sua possessività per permettere alla famiglia che vive con lui di poter ricevere ospiti o parlare con le persone che si incontreranno durante le passeggiate.
Educare vuol dire conoscere, accendere le aree latenti e mitigare quelle già troppo sviluppate per consentire una crescita, uno sviluppo sereno ed equilibrato.
Quindi in base a queste premesse, cosa vorrà dire educare un Cane Corso?
Innanzitutto bisognerà informarsi sulle sue origini: è stato cane da guerra per i romani; bovaro per i mandriani; difensore delle corti; cacciatore di grande selvaggina.
Sappiamo esattamente quale mansione quindi svolgeva: per andare in guerra sicuramente non aveva bisogno di ascoltare le indicazioni del conduttore, anzi molto probabilmente il soldato se ne stava dietro al cane ad aspettare che avesse sfondato le barriere nemiche;
quando era bovaro forse ha iniziato ad ascoltare un pochino di più il coordinamento del mandriano, ma una volta imparato il "mestiere" poteva agire in autonomia;
quando era difensore delle masserie sicuramente non aveva bisogno di aspettare che nessuno gli dicesse ok vai pure ad attaccare i ladri;
infine anche per la caccia grossa ha agito da solo nello stanare e nell'abbattere.
Che cosa ne possiamo già dedurre?
sicuramente rispetto agli altri cugini molossoidi è il più AUTONOMO nelle scelte, ATLETICO, INDIPENDENTE E  DIFFIDENTE.
Molto diverso dal Rottweiler per esempio, che seguiva attentamente le indicazioni del conduttore nei movimenti e negli spostamenti; molto più atletico di un Fila per costituzione e corporatura; molto più cacciatore di un Mastino napoletano.
Spesso si è portati a considerare ogni razza appartenente ad un gruppo pressochè uguale nelle caratteristiche, ma non lasciamo ingannare.
Un Cane Corso non può assomigliare al Boxer, anche se appartengono ai molossi entrambe.
Guardare alle origini ci permette di capire meglio la razza.
Mi rivolgo a quei proprietari che mi chiedono come mai il loro Corso non ama gli esercizi di obbedienza come il Rott che avevano prima; mi rivolgo a coloro che non capiscono come mai il loro Corso non ama accogliere gente in casa come il vecchio Boxer; mi rivolgo a coloro che si aspettavano un poltrone come un Alano ed invece hanno un cacciatore, passeggiatore come un Bloodhound.......
Si potrebbe continuare così con tanti altri svariati esempi.......
Il Cane Corso ama passeggiare col conduttore nei boschi, fiutare le tracce del selvatico, ama stare sdraiato al sole nel giardino ma è pronto a scattare per qualsiasi sospetto di intrusione; ama il contatto col proprietario ma SOLO dal proprietario! e soprattutto quel bel contatto rilassante e non quelle carezze che devastano il costato!
Ama non dover rispondere poi così prontamente ai nostri comandi; ama potersi isolare quando ritiene di dover riposare, che se ci pensiamo bene ha anche un senso fisiologico: se è vero che è così vigile, sarà anche vero che per dormire sul serio avrà bisogno di stare da solo in un posto dove si senta ben tutelato!
Un Corso vi seguirà ovunque voi vogliate, senza fare tante storie, senza dimostrare mai debolezza, sarà al vostro fianco anche nelle situazioni peggiori, vi difenderà senza che neanche dobbiate chiederlo, vi farà divertire, vi darà tutto in qualsiasi momento, ma ad una condizione: DOVRETE DIMOSTRARE di saperlo capire e di essere con lui in piena sintonia.
Dovrete dimostrargli di essere veramente in grado di affrontare le situazioni che la vita vi propone, perchè lui lo sarà anche senza di voi.
Lui non avrà dubbi ed incertezze su come affrontare una situazione, lui la saprà affrontare anche da solo e sarà proprio questo che dovrete dimostrare al vostro Corso: di essere pronti e capaci di far fronte a tutto.
Solo allora potrete vedere, toccare e sentire che cosa vuol dire vivere con un Cane Corso.
Siete pronti a mettere a nudo tutte le vostre debolezze?
Siete pronti ad imparare ad affrontare tutti i vostri lati peggiori? quelli che non avete mai fatto vedere a nessuno.......
Siete pronti ad affrontare le vostre paure?
Questa sarà l'educazione essenziale per il vostro cucciolo di Corso.
Vogliono questo dal loro proprietario: coerenza, solidità, sicurezza, consapevolezza, dolcezza.
Sarete obbligati a tirare fuori tutte le vostre capacità.
Allora vi faranno vedere il mondo con i loro occhi e auguro a tutti di poter provare questa esperienza.
Quando ho preso Dorian non avrei mai immaginato cosa avrebbe potuto cambiare e quando sono stata costretta a vedere i miei punti deboli è stato doloroso, difficile, alle volte veramente orrendo.
Ma è stata l'unica strada che veramente ci abbia permesso di iniziare la nostra relazione: Dorian prima di potersi aprire con me ha richiesto piena fiducia nei miei confronti e per potermi guadagnare quella fiducia di cui ha avuto bisogno ho dovuto dimostrargli di saper gestire tutto: gli incontri con le persone, gli incontri con gli altri cani, le attività da fare insieme, le passeggiate in libertà ed anche le mie EMOZIONI.
Non amano quando perdiamo il controllo e ci mettiamo ad urlare istericamente; non amano quando gli usiamo "violenza" perchè tanto sanno benissimo di essere più forti di noi e se loro hanno l'autocontrollo per non usare questo canale allo stesso modo lo pretendono da noi; non amano nemmeno quando dimostriamo di avere meno fermezza di loro: fermezza vuol dire avere la pazienza di aspettare che facciano quello che gli abbiamo chiesto.
Troppo spesso vedo proprietari che chiedono il seduto e si accontentano del terra: questa non è coerenza per il cane!
La mia esperienza con Dorian è stata stupenda, difficoltosa, continua e costante: ogni giorno la costruzione di un mattoccino, ogni giorno mi sono sentita osservata, ogni giorno ho dovuto fargli vedere che tipo di persona potevo essere per lui.
Adesso che è un adulto ormai anziano è fantastico: ci capiamo subito, c'è rispetto, c'è fiducia, adesso possiamo veramente goderci la compagnia l'una dell'altra, perchè il bello dei cani è proprio questo: una volta stabilite le regole si può vivere sereni insieme!


martedì 11 febbraio 2014

Prova gita in città











piccoli grandi passi in giro per Parma! siamo partite da un posticino tranquillo ed a un orario dove non ci fosse troppo traffico di persone, cani ed automobili. Abbiamo attraversato il parco cittadino perché so che la fa sentir tranquilla vedere come si comportano i suoi simili; abbiamo indossato un guinzaglio estendibile per aver maggior agio possibile nei movimenti, nelle distanze e nelle traiettorie. Certo può sembrare strano sia per la dimensione del cane sia perché ho sempre sostenuto che l'estensione del guinzaglio non fosse utile al perseguimento di una buona relazione col cane. Ma ho anche sempre sostenuto che la bellezza della soggettività deve portarci ad osservare sempre ed in primo luogo l'individuo che abbiamo al nostro fianco, per cui ho ritenuto che per Erin fosse meglio il flexi.
Effettivamente siamo state molto soddisfatte della nostra passeggiatina di un'oretta per le vie più larghe che la città potesse offrirci.
Il flexi le ha dato la possibilità di prendere spazio da me e di rafforzare la sua autostima; le ha dato modo di allargare le sue distanze fin quando ha ritenuto opportuno per affrontare i "suoi" pericoli. nel passare della passeggiata ho notato che anche la persona in bicicletta o con l'ombrello portato al braccio non erano più un problema.
Erin è un cane che utilizza molto le distanze per comunicare le sue intenzioni o i suoi stati d'animo, per cui poterle dare "filo" secondo le sue esigenze del momento ha portato immediatamente ad ottimi risultati.
Certo ci vuole lo spazio giusto per poterlo utilizzare, la strategia corretta e soprattutto un buon richiamo, dato che NON bisogna assolutamente strattonare sul guinzaglio!
Fondamentalmente è stato un po' come passeggiare in libertà sicura.......
Ha avuto la coda bassa e un momento di confusione quando ha sentito un traffico troppo intenso (dal suo punto di vista), ma sta volta ce l'abbiamo fatta e siamo arrivate fino all'ambulatorio del mio dentista!
Ho pensato che in una situazione di disagio l'unica cosa che potesse calmare era camminare vicino al muretto per sentirsi come abbracciata da tutti i suoi lati: tra me e il muretto.
Non stretta! ma giusto quello che le serviva per non avere paura di "essere allo scoperto" in balia degli eventi.........
Siamo arrivate a destinazione (ovviamente non siamo entrate) ma si è presa un bel grattino dalla finestra e poi siamo ripartite SICURE verso la nostra casa viaggiante (l'auto).
E' deliziosa: curiosa, ma discreta; riflessiva anche nelle situazioni di disagio; coccolona; ben socializzata con gli altri cani e amante delle persone.........COSA C'è DI Più DA VOLERE?
passeggiare con lei è fantastico!
GRAZIE ERIN DI ESSERE ARRIVATA DA NOI...........