giovedì 17 luglio 2014

Caro amico mio, da Dorian ed i nostri amici

Carissimo amico mio,
qui è tutto piuttosto difficile.
Da quando non ci sei più tutto sembra essersi intricato, complicato, sembra essere calato un velo di nebbia su tutti i miei progetti, quella nebbia tipica della pianura padana che avvolge tutto per giorni...
Mi manchi e su questo non riesco a farci niente.
Ogni gesto che faccio penso ancora di averti accanto e sono tantissime le occasioni che rivorrei i nostri momenti insieme.
Mi sento molto egoista a dirti questo, perchè so che negli ultimi periodi non stavi per niente bene e si vedeva lo sforzo che facevi per essere fedele a te stesso, ma cosa darei per sentire ancora il tuo pelo tra le dita e per poter giocare spensierati come eravamo tanti anni fa.
Le lacrime scendono spesso, sempre quando penso a te.
Come si fa a superare questi momenti? come si fa a programmare le cose in modo diverso? dove si trova il confine tra il ricordo e il dolore?
Ho sempre saputo che sarebbe stato un momento difficile, ma mai avrei immaginato che non sarei riuscita a lasciarti andare.
Ti ho accompagnato fino all'ultimo istante e la mia mente si è raccontata la storia che stavi solo dormendo, ma il mio cuore è ancora lì che ti abbraccia e ti stringe.
Quante cose che abbiamo vissuto insieme, per quanto tempo sei stato l'unico punto fermo della mia vita e tutto senza chiedere niente per te, senza pretese......
Non si può vivere nel passato, ma voglio che il mio futuro sia ricco di te.
Che buffo, anche ora che non sei più qui con me, mi rivolgo a te, che rimani sempre il mio punto fermo...

Tratto da Dorian ed i nostri amici

Il mio cane può essere tutor?

Da quasi due anni mi interrogo profondamente su questo tema.
Tutto è successo nel giugno di due anni fa quando mi è successo uno spiacevole incidente con Dorian, quando improvvisamente mi sono resa conto degli sforzi e delle pressioni che gli avevo richiesto durante le sessioni di lavoro in presenza di altri cani.
Custodisco gelosamente l'elenco e la descrizione della attività che svolgevamo insieme quando lavoravo con alcuni clienti.
E'una storia alla quale ho accennato spesso nei miei post eche qui non mi sembra il caso di sottolineare nuovamente.
Qui mi voglio concentrare sul metodo di lavoro che ho portato avanti piuttosto inconsapevolmente durante gli anni di vita di Dorian.
Dall'elenco degli incontri che insieme abbiamo sostenuto emerge chiaramente la differenza di stili degli interventi stessi e la diversità di clienti che seguivamo insieme: dal cucciolo, al fobico sociale, all'iper-eccitabile...troppa diversità della tipologia di approccio che il mio cane doveva tarare sull'altro.
Quando appunto due anni fa ho avuto chiaramente la percezione della fatica alla quale è stato sottoposto ho voluto condividere la mia esperienza e le mie riflessioni con alcuni colleghi che pensavo potessero essere interessati a lavorare insieme verso una maggiore dimensione di benessere dei nostri cani.
Ho pensato, ingenuamente, che insieme avremmo potuto approfondire maggiormente l'argomento e arrivare alla tutela dei cani che quotidianamente affiancano educatori ed istruttori.
Ho iniziato a telefonare ai colleghi dicendo che mi ero resa conto di dove avevo sbagliato e che insieme avremmo potuto evitarlo.
Ho sempre pensato che la condivisione fosse il valore aggiunto a qualsiasi lavoro ed invece ho sbagliato nella valutazione.
Probabilmente quello che interpretavo come un'illuminazione dagli altri è stato vissuto come un insuccesso: ammettere di aver sbagliato la valutazione delle condizioni psichiche del proprio cane per me in quel momento è stato un enorme successo professionale, mentre per gli altri credo sia stato interpretato come scarsa preparazione professionale.
Ho creduto in quelle telefonate, ho creduto che avremmo potuto condividere un progetto e farlo crescere ed aumentare d'importanza, ma invece è stata soltanto un'illusione......
All'epoca ero bloccata a letto a causa di una brutta caduta sul ginocchio e quindi leggevo, scrivevo, riflettevo, aspettando di potermi alzare e di CONDIVIDERE finalmente......
Dopo essermi ripresa sono stata a colloquio col direttore prof. Marchesini cercando un confronto per quella famosa condivisione che tanto mi piace, ma credo che sia stata una gran presa in giro.
Il progetto come io lo intendevo, non è mai partito nè con i colleghi istruttori, nè tanto meno appoggiato dalla scuola, purtroppo è stato tutto stravolto ed utilizzato per "piccoli" seminari di maggior soddisfazione personale per chi li realizza che non di vero interesse per chi opera nel settore.
Avrei voluto che tutte le conoscenze di tutti coloro che erano stati chiamati in causa potessero essere fuse in un unico grande progetto, invece purtroppo quello che mi resta è la delusione di aver visto una parte delle mie riflessioni trasformarsi in qualche cosa di commerciale per i partecipanti.
Per fortuna non ho avuto nè il tempo nè l'occasione per raccontare di tutto quello a cui stavo lavorando.
Credo siano stati talmente frettolosi che non si sono dati nemmeno il tempo di ascoltarmi per intero!
Mi è stato detto che in realtà ci stavano già lavorando da tempo e che quindi molte cose erano già state fatte....ma vuoi proprio che io sia stata così maga da leggere nelle loro menti e scrivere di una cosa che ancora non era nota? eppure ancora adesso, ogni tanto, qualcuno di loro mi manda mail chiedendo a che punto sono....ma se ci stavano lavorando da tempo, non dovrebbero aver finito il progetto?
Quest'anno ho voluto rischiare e proporre sempre al prof. Marchesini un'altra tipologia di progetto, legato alla comunicazione ed alle emozioni, e la cosa divertente è che mi sento dire che era già due anni che ci lavoravano sopra........ma allora sono proprio una veggente........