lunedì 10 dicembre 2012

Il cane da pastore

Facciamo una distinzione tra i cani da pastore: quelli guardiani degli armenti e quelli che conducono le greggi insieme al pastore, detti cani conduttori.
E' importante sapere che il primo gruppo fa parte delle razze non specializzate e che l'altro fa parte delle razze specializzate, selezionate per servire ad uno scopo ben preciso.
Questo vuol dire che nei secoli l'uomo ha selezionato solo quei soggetti che hanno dimostrato di corrispondere a caratteri ben precisi, tra cui quasi sempre NON compare l'aggressività, ma c'è invece più collaborazione con l'uomo.
Anche se è difficile che un cane pastore guardiano degli armenti faccia riferimento all'uomo quanto un border collie, nella selezione era comunque un elemento indispensabile per la sopravvivenza di quel cucciolo. Infatti nonostante il poco rapporto che un pastore maremmano-abruzzese debba avere con l'uomo, è però fondamentale che ascolti l'uomo e le sue indicazioni. 
Il gruppo dei guardiani degli armenti doveva far fronte ad un lavoro molto diverso da quelli che conducevano: questi dovevano rimanere su un pascolo, da soli, insieme alle pecore o altri animali, mentre il pastore tornava a casa.
Quindi, anche se tutti i cani da pastore reagiscono agli stessi stimoli, non tutti hanno le stesse caratteristiche.
Infatti i cani conduttori di bestiame dovevano saper rispondere prontamente ai comandi impartiti dal pastore per obbligare le bestie a spostarsi o riunirsi o spingerle in una direzione.
Ora anche se questi cani non svolgono più il loro lavoro è importante da sapere per chi si accosti a queste razze per sapere come rapportarsi e soprattutto per non avere aspettative eccessive: non si potrà mai pretendere che un soggetto di maremmano sia "coccolone" con tutti gli estranei come un cucciolo di labrador; ma neanche che un soggetto adolescente di border collie stia sempre in casa a sonnecchiare come un cucciolo di mastino napoletano.
E' importante sapere che le caratteristiche di razza che sono state selezionate per genealogie e genealogie non si perdono soltanto perchè al momento attuale il cane non lavora più accanto a noi, o per lo meno quasi tutti i cani non hanno più un ruolo ben definito come invece avevano in passato.
Molto si aggiusta con una buona educazione, ma il DNA non si può cancellare a suon di crocchette e di esercizi: sempre resteranno delle tendenze di razza, che attraverso una buona educazione o addestramento al lavoro non saranno mai espresse nella sua totalità.
Tradotto vuol dire che anche se il pastore guardiano degli armenti è un buon guardiano della casa, sarà meglio non lasciargli quel ruolo per poter continuare facilmente a ricevere gente senza avere difficoltà; così come per un pastore conduttore sarà bene portare le sue tendenze di formare gruppi non sulle persone e nemmeno sui cani, per non avere difficoltà nell'inserimento nel tessuto urbano, ma magari mettere queste capacità in giochi costruttivi.
Cerchiamo di capire nel dettaglio quali siano queste razze di:

PASTORI GUARDIANI DEGLI ARMENTI

- Akbash dell'Anatolia;
-pastore di Tatra (Polonia);
- Tchouvatch slovacco;
- Kuvasz ungherese;
- pastore del Caucaso;
- pastore maremmano-abruzzese;
- pastore Mongolico;
- Sarplanina;
- cane da pastore del massiccio di Karst;
- mastino del Tibet;
- mastino spagnolo;
- mastino dei pirenei;
- cane da montagna dei pirenei;
- cao de serra estrela (Portogallo);
- bovari svizzeri (4 razze);

- San bernardo;
- Terranova.

Un aspetto molto interessante è la linea che ne venne dal Terranova: i Labrador retrievr, diversi per morfologia e per caratteristiche comportamentali.

CANI DA PASTORE CONDUTTORI DI BESTIAME:

- pastore tedesco;
- pastore americano-canadese;
- pastore belga;
- pastore olandese;
- pastore della picardia;
- Komondor ungherese;
- Puli;
- tibetan terrier;
- Tibetan Bearded dog (Kya-apso);
- Bearded collie;

- pastore della Brie;
- pastore dei pirenei;
- pastore catalano;
- pastore bergamasco;
- Beauceron;
- bovaro delle fiandre;
- schanuzer;
- pinscher;
- dobermann;
-bobtail;
- collie;
- border collie;
- welsh corgie pembroke;
- welsh corgie cardigan;
- pastore scozzese;
- asutralian cattle dog;
- australian scheperd

L'AMICO del KONG

Esattamente non ricordo il nome ufficiale di questo giocattolo, per me è l'amico del kong, perchè fa parte della stessa categoria dei giocattoli solitari, perché il cane deve essere in grado di utilizzarli da solo.
Alcuni modelli hanno al loro interno un sonaglietto che si attiva tutte le volte che l'oggetto si muove, molto utile per ampliare il piano prossimale d'esperienza del cane, cioè quel bagaglio culturale che ogni individuo porterà con se per tutta la vita.
Il funzionamento è simile al kong: si può cospargere questo simpatico giocattolo con del patè umido e lasciare che il cane lo lecchi tutto senza distruggerlo; 
altrimenti mettere un ossicino sottile per quei modelli predisposti di buchino nel mezzo.

Buon divertimento!


Il Rottweiler e la dogsitter

RAZZA: Rottweiler,
maschio, adulto, intero.
La foto non gli rende giustizia: è un bellissimo cane, buonissimo con chi conosce e con chi lo rispetta, che però ha un posizionamento sociale sbilanciato verso l'alto e una scarsa socializzazione secondaria, un piano prossimale d'esperienza bassissimo e problematiche varie legate alla somestesi.
Insomma tutto si traduce in un comportamento d'aggressione verso le persone se cercano in qualche modo la relazione e ancora peggio il contatto; ovviamente ha difficoltà di relazione anche con gli altri cani e una scarsa tolleranza dell'ambiente circostante.
Ho seguito questo cane ancora prima di finire il corso educatori, l'ho seguito come semplice dogsitter perchè la sua proprietaria aveva paura a portarlo fuori da sola: lui tirava, voleva mordere i passanti che gli stavano troppo vicino o che lo incrociavano dritto sul marciapiede, voleva prendere gli altri cani...insomma la signora aveva bisogno di sentirsi sicura ad uscire con lui.
Ricordo il primo giorno che l'ho visto: fiero, sicuro, curioso di conoscermi ma per nulla festoso.
Abbiamo iniziato a passeggiare sul marciapiede subito a fianco, non l'ho toccato, non l'ho fissato troppo e non l'ho nemmeno tenuto al guinzaglio. Ma ci siamo piaciuti da subito, siamo arrivati all'area cani e la proprietaria ed io ci siamo sedute a fumare una sigaretta: lui è venuto a sedersi sui miei piedi e mi ha messo il suo testone sul ginocchio...sarebbe meglio dire che spingeva col testone sulla mia gamba...tipico dei molossi!
Da lì, la signora ha deciso che sarei stata la loro dogsitter e mi ha rivelato che ne aveva valutate altre ma che il cane aveva dimostrato chiaramente di non gradire: non oso immaginare cosa abbia fatto....
Sì, il cane è aggressivo se si oltrepassano le sue regole, per esempio se lo si vuole accarezzare troppo e in zone troppo sensibili come ad esempio la testa o il collo o come se lo si volesse sollevare per caricare in auto. Quello infatti è stato un episodio che ci ha fatto scontrare. Un giorno dovevo metterlo in auto intanto che la sua proprietaria era impegnata e lui ovviamente era abituato a mettere solo gli anteriori nel baule e a farsi alzare nei posteriori, consapevolmente l'ho caricato a braccia nel baule e lui dopo una brevissima riflessione di mezzo secondo mi ha tentato di prendere pancia e collo, dico tentato, perchè il ragazzone indossava sempre la museruola.
Sapevo benissimo che sarebbe scattato, ma ho voluto approfittarne per metterlo un pò in crisi e dimostrargli che il suo atteggiamento con me non avrebbe funzionato.
In realtà non abbiamo mai avuto problemi e mi ricordo anche di momenti molto simpatici quando in area cani, rigorosamente da soli, giocavamo: a suo modo, da Rott. ma bello! ovviamente gli piaceva molto prendere qualche oggetto e tirare, ma la cosa bella almeno era che non ringhiava su un ingaggio un pò competitivo del gioco!
Sinceramente non ho mai pensato che fosse lui ad aver bisogno di recupero, che cosa poteva fare di più da solo? la sua proprietaria non voleva più occuparsene perchè diceva che era un problema, forse era difficile da gestire, ma non ho mai visto un problema. Era un Rott.cresciuto per 7 anni in un giardino e di colpo portato a vivere in centro città, che cosa si aspettavano da lui?
Si lasciava mettere e togliere la museruola tranquillamente, veniva anche al bar con noi; una cosa che gli avevo insegnato era a non tirare al guinzaglio e tutto senza premi, solo attraverso una buona comunicazione.
Devo dire che aveva capito benissimo: verso l'ultimo periodo che lo portavo a passeggio non tirava mai al guinzaglio ed ero riuscita ad andare anche alla Cittadella, un giardino della città frequentato da tante persone e cani e non è mai scattato su niente e nessuno.
Una cosa sulla quale ho sempre insistito e non ho mai voluto cedere è stato il coinvolgimento della proprietaria, ho sempre cercato di indurla a cambiare atteggiamento nei confronti del suo cane, ma a quanto pare senza successo definitivo. Quando eravamo insieme riusciva a far finta di potersi tenere il cane, appena passava qualche giorno ripiombava nelle insicurezze ed incertezze.
Parte del mio lavoro, e forse quella parte più difficile ed impegnativa, è riuscire a catturare il proprietario tanto da poterlo guidare verso quel cambiamento che renda definitiva la riabilitazione del cane.
Non si può cambiare solo il comportamento del cane, è fondamentale che anche la famiglia che se ne occupa riesca a capire quale dei propri atteggiamenti sia da modificare.
Non si può nemmeno parlare di cambiare radicalmente una persona o un altro essere vivente, ma si tratta di riconoscere in prima battuta il proprio comportamento, successivamente di leggerlo nelle risposte che provoca su i membri vicini per infine poter apportare quelle modifiche necessarie per trasformare quelle risposte che non ci piacciono in alcune che si adattano alla nostra situazione.
Ad esempio per me non era un problema che questo Rottweiler non volesse essere accarezzato, che non volesse estranei in casa o che non volesse giocare con gli altri cani, quindi per non c'era niente di così grave da dover recuperare. Quelle che infatti ho fatto è stato un lavoro sulla comunicazione tra cane e PO per chiarire al cane che l'intenzione della passeggiata non era andare a caccia di niente e di nessuno e soprattutto che non bisognava nè minacciare nè sentirsi minacciato.
Direi con successo, perchè il cane ha smesso di tirare al guinzaglio ed era molto felice di incrociare cani e persone a debita distanza, che all'inizio era abbastanza per poter stare quasi sullo stesso marciapiede...quasi...
Ma per la sua PO era un problema e questo cambiava tutta la loro comunicazione, mettendo in allerta il cane e sfiancando la proprietaria che pensava di andare in giro con un pericolo.
Penso spesso a quel cane, che mi ha insegnato tanto: mi ha insegnato a non avere paura dell'aggressività, a comunicare correttamente, a rispettare gli spazi di un individuo e i suoi tempi, a rispettare delle regole, soprattutto a non pretendere l'impossibile da me stessa.

giovedì 25 ottobre 2012

La condotta al guinzaglio o passeggiare vicini?


Cosa vuol dire avere il cane in "condotta"?

E' un'espressione che avremo sicuramente sentito, anzi quasi sempre, in ambito addestrativo o competitivo cinofilo per indicare il cane che cammina al fianco del conduttore con la spalla all'altezza del ginocchio della persona e la testa rivolta verso il conduttore.

Ermione Chetan Soul e me

In realtà NON è decisamente il "camminare vicini", perchè il quel caso non c'è l'esecuzione di una tecnica performativa, ma è  soltanto l'espressione dell' intesa che cane e proprietario hanno raggiunto, quindi camminare vicini uno al fianco dell' altro è il risultato di una collaborazione e della coordinazione raggiunte.
La passeggiata deve restare relax, esperienza, esplorazione, conoscenza, sperimentazione del sè: come si fa a fare tutto questo se il cane non si muove dal nostro fianco e guarda solo noi?
In realtà la passeggiata è una delle attività principali e più complete quindi non posso lasciare il cane assolutamente auto-gestito, anzi sarà bene insegnargli a camminare INSIEME e a sapere quando è giusto che mi stia al fianco, ad esempio se stiamo affrontando un passaggio stretto o se siamo su un marciapiede affollato, e quando invece può tranquillamente allontanarsi fino alla lunghezza del guinzaglio ( dipende dal contesto).
La condotta invece è il risultato di tanto esercizio, ma soltanto questo?
La condotta è secondo me la massima espressione della relazione che abbiamo col nostro cane, è la conclusione di tutti i nostri sforzi.
Trovo che sia l'esercizio più complesso da insegnare al nostro cane, perchè racchiude concentrazione, determinazione, sacrificio e l' esplosione di tutta la nostra gratitudine quando finalmente riusciamo a portarla a termine.
Procediamo per piccoli step.
Un luogo tranquillo dentro casa, all'inizio non ci sarà nemmeno bisogno di muoversi dal proprio posto, infatti il primo passaggio è gratificare il cane nella posizione base: seduto al nostro fianco con lo sguardo rivolto a noi.
Successivamente, quando questo comportamento sarà rafforzato e il cane avrà capito cosa desideriamo da lui, possiamo inziare a fare qualche passo.
Non sarà importante fare tanta strada, ma mantenere corretta la posizione anche durante lo spostamento.
Invece sarà ben diverso insegnare al cane a passeggiare a guinzaglio lento al nostro fianco.
Anche in questo caso partiamo da un set costruito appositamente,.
Esistono diverse modalità, una che mi piace molto è costituita da una sorta di labirinto dove il cane e il proprietario dovranno imparare a muoversi senza toccare il perimetro, il proprietario dovrà dare le direttive corrette adottando una comunicazione gestuale molto chiara che faciliterà il cane nel seguire.
Oppure attraverso una situazione costruita di ostacoli da superare, come ad esempio piccoli salti, barriere a terra, pneumatici di diverse dimensioni, birilli o quant'altro, la coppia potrà imparare a muoversi insieme senza neanche accorgersi di essere legata dal guinzaglio.
Creiamo proprio un percorso con un ingresso e un' uscita delimitandolo anche semplicemente con del nastro a terra, di modo che sia visibile per la persona la propria traiettoria.
Pian piano si inseriranno difficoltà sempre più reali e ci si sposterà a sperimentare quanto appreso in ambito urbano per verificare o correggere se quello che si è messo in pratica durante le esercitazioni funziona correttamente.
Impariamo a gratificare il cane quando ci segue negli spostamenti e quando ci sta vicino, diciamogli "bravo" e diamogli un premio, perchè soltanto così avrà chiaro ciò che desideriamo da lui.
Ricordiamoci che i comportamenti gratificati avranno maggior utilizzo da parte del cane, quindi più pratica faremo insieme e migliore sarà il risultato e la passeggiata avrà tutto un altro sapore!
Adesso sappiamo che la condotta non è il passo adatto a tutta la passeggiata, ma è un esercizio, che al di là della performance da gara, possiamo insegnare al nostro cane per aumentarne il controllo nel caso dovessimo averne bisogno.
La posizione di "piede" al nostro fianco così come descritta sopra non è naturale per il cane e certamente non possiamo avere la pretesa che la mantenga ogni volta che usciamo con lui, ma possiamo utilizzarla in situazioni speciali oppure se dobbiamo partecipare a una competizione sportiva.
Invece è indispensabile insegnare al cane a camminare al nostro fianco, perchè questo è il "galateo" di base per una buona convivenza pacifica prima di tutto tra noi e lui e successivamente tra noi e gli altri.









venerdì 19 ottobre 2012

Dorian e Paola gioco



che soddisfazione vederli giocare insieme e quanto stupore!
è una cosa che fanno solo quando sono in casa, forse perchè è dove Dorian si sente più tranquillo, forse perchè è dove Paola si annoia di più...non lo so ma quando mi capita di poterli vedere sono uno spasso!
All'inizio quando mi vedevano che li osservavo giocare smettevano e venivano da me, poi ho iniziato a ignorarli quando interagivano: magari facevo finta di spolverare, di leggere, di telefonare, qualsiasi cosa facesse sembrare che non avevo l'attenzione su di loro ma che neanche mi facesse muovere tanto.
Ora posso stare a guardarli che continuano ugualmente.
Bhè, non me lo sarei mai aspettato da 2 nonnini così che potessero giocare così animatamente. 
A voler iniziare è sempre Paola, che inizia o andando sotto alla pancia di Dorian spingendolo in alto o accucciandosi tutta ringhiottando.
Mi ricordo che l'anno scorso quando lei lo sollevava o li prendeva in bocca le zampe lui si spaventava tantissimo, le ringhiava e lei smetteva.
Ora Dorian riesce a lasciarsi andare molto di più e sta imparando a giocare da bravo molosso: si mettono a terra uno di fronte all'altra e ringhiando si schiacciano i musi con i denti. Sono molto teneri, soprattutto perchè si sente tutta l'inibizione e l'imbarazzo che prova Dorian nel fare questo e si vede quanto Paola sia diventata la sua referente nei giochi.
Finalmente può giocare da molosso con qualcuno di cui si fida e un qualcuno equilibrato, che gli sta insegnando a non avere paura a ringhiare, a prendere con la bocca il muso di un altro cane, a non spaventarsi se alle volte abbaia verso qualcuno e a stare a stretto contatto.
Ieri li ho visti che stavano proprio di fronte con le zampe incrociate: finalmente Dorian che accetta qualcuno nel suo spazio intimo!
Forse non saranno "giochi educativi", ma credo che a questo punto delle loro vite siano molto di più dell'educazione: lei gli sta insegnando a tirar fuori quella parte Cane Corso che io non ho mai potuto fargli vedere, non ho potuto spiegargli che non si deve spaventare della sua forza, che non c'è colpa nell'essere forti; Paola lo sta aiutando a guardarsi allo specchio senza paura, con consapevolezza e coraggio, proprio come Dorian ha aiutato me a fare in questo ultimo periodo.
Trovo che il loro giocare vada al di là del divertimento, del passatempo e della competizione: lei gli sta regalando tutta la sua esperienza.
E' emozionante vedere concretamente tutto quello che mi è stato spiegato fin ora: l'apprendimento per referenza, il cambiamento dopo il momento di crisi, il rispetto dei tempi evolutivi diversi per ogni soggetto, il pacchetto esperienziale che ognuno si porta dietro....nei loro atteggiamenti c'è tutto quello che ho sempre saputo ma che non avevo mai toccato da così vicino.
Certo che però fanno dei versi: sembra di stare nella jungla! 
ma mi piace tantissimo..........................................................................................................................

venerdì 12 ottobre 2012

Esercitazioni di ricerca persone

Bellissima esperienza!
ho potuto vedere e partecipare in prima persona a un training che si fa abitualmente nella protezione civile per insegnare la ricerca in superficie delle persone disperse: che esperienza toccante!
Eravamo con un amico e collega ad un piccolo raduno ed essendo lui membro da anni della protezione civile ha fatto vedere ai partecipanti come si inizia il lavoro della formazione dei cani: ha fatto sentire al cane l'odore della persona da trovare, la stessa è scappata a nascondersi e una volta raggiunta il cane è partito in abbaio per segnalare il punto del ritrovamento.
Non ho potuto trattenermi: ho voluto anch'io andare a nascondermi, perchè è una sensazione inspiegabile quello che si prova quando si vede arrivare il tartufone del naso del cane e quando poi si sente che abbaia per far sentire che siete stati trovati....
Ho immaginato la gioia delle persone che si sono perse nel vedere arrivare il cane e nel sentire il suo calore vicino al freddo della solitudine che devono aver sentito nel credersi perse per sempre.
Ho immaginato la gioia del conduttore sentire abbaiare il proprio cane e correre nella stessa direzione e trovare qualcuno, che si pensava perso per sempre....
Bhè, quando mi chiedono quale sia il ruolo del cane nella società o nella vita, non posso non pensare a QUEI cani, a quei conduttori e a quei dispersi e non posso fare altro che consigliare a chi mi rivolge questa domanda di guardare al proprio cane come a una fonte inesauribile di esperienze, di possibilità, di condivisione, di espressioni e di sorprese!

martedì 11 settembre 2012

Il golden retriever: può sembrare aggressivo?



Il golden retriever ti sembra un cane aggressivo? Leggi questo articolo.


Un giorno sono stata contattata dai proprietari di un esemplare maschio adulto appartenente a questa razza perchè manifestava segno di comportamento aggressivo nei confronti degli altri cani. 
Mi dissero che alle volte non riconosceva nemmeno se l'altro cane fosse maschio o femmina.


Alle volte succede che anche Golden e Labrador siano aggressivi verso i loro simili o anche verso le persone.
Così decisi di indagare preventivamente, come fa parte della mia modalità professionale, attraverso alcune domande ai proprietari.
Successivamente ritenni opportuno procedere anche con una prova sul campo e misi direttamente a contatto il cane con i suoi simili.

Scelsi un ambiente programmato, controllato e Paola in quella occasione.
Ho ritenuto opportuno procedere in questo modo, perchè se già ci sono delle difficoltà relazionali è meglio tenersi l'approccio con un cane che non metta l'altro in difficoltà, quindi i sessi opposti normalmente sono più leggeri nelle interazioni.
Effettivamente ricordo che partì a strattonare il guinzaglio rischiando di trascinare il proprietario, ma che una volta entrato a contatto tutto si risolse come sempre: il maschio che cerca di fare il "ganzo" con Paola, lei che gli ringhia e allora lui che decide di mettersi tranquillo a passeggiare al suo fianco.

Questa per me è stata una fotografia importantissima da tenere ben in mente per programmare tutto il lavoro da svolgere insieme per poterlo aiutare ad avere più serenità nell'incontro.

Dall'indagine fatta al proprietario infatti era emerso che fino all'età di 6 mesi circa era stato in addestramento, collare a strozzo e impossibilitato nel raggiungere gli altri cani.
Ovviamente crescendo le cose non gli sono andate meglio: la frustrazione e la paura gli impedivano di mantenere la calma semplicemente alla vista di un suo simile e questo andava a falsare tutta la comunicazione, che metteva l'altro cane sulle "difensive".
Infatti mi era anche stato raccontato che un giorno si era trovato libero e che era stato pizzicato da un altro cane. 
Fu una notizia importante da raccogliere: non tanto per tenere in considerazione che tutti i suoi approcci ai cani non erano stati tanto positivi (questo è sicuramente importante per avere una tranquillità di base), ma soprattutto per capire che fondamentalmente in lui non c'era aggressività del tipo "ora parto apposta per farti male" , che gli auto-controlli erano molto buoni e che la lettura della comunicazione era ancora buona nonostante le scarse esperienze.
Abbiamo iniziato a lavorare sempre con la pettorina (che già stavano usando di loro volontà) sulla comunicazione col proprietario: lui ha dovuto imparare a muoversi bene per segnalare calma al cane, per indicargli quando andare e quando no a conoscere l'altro cane.
Il cane ha avuto momenti di socializzazione con altri cani: femmine che lo mettessero a suo agio il più delle volte e maschietti che lo mettessero obbligatoriamente in relazione al proprietario, che era pronto a gestire la situazione attraverso una comunicazione adeguata.
Abbiamo fatto passeggiate in libertà insieme a qualche cane e in semi libertà (guinzaglio al traino) in prossimità delle aree cani in ambiente urbano.
Ricordo benissimo l'emozione dell'ultima lezione.
Siamo andati a fare il nostro "test" di verifica nell'area cani più grossa della città. 
Avevo insegnato al proprietario l'importanza di gestire bene i tempi del contatto con gli altri cani già dal guinzaglio.
Per questo abbiamo fatto al guinzaglio il giro dell'area cani nel perimetro esterno, così il cane ha potuto farsi un'idea di chi ci fosse all'interno; ha potuto prendersi il tempo per calmarsi e poi siamo entrati sempre al guinzaglio per evitare che preso dall'emotività appena sganciato partisse troppo di foga verso glia altri minando ancora una volta l'inizio di una buona interazione.
Abbiamo adottato tutto il repertorio comunicativo necessario per dire ai cani presenti che venivamo in "pace" e al proprietario ho insegnato che attraverso il guinzaglio doveva lasciare il suo cane rilassato nell'incontro.
Tutto è andato stra bene: dal gruppo dei cani presenti si è staccato il maschietto-sentinella, si sono conosciuti, si sono fiutati e hanno deciso di andarsene ognuno per la propria strada.
Abbiamo finito il nostro giro dell'area e ce ne siamo andati: finalmente con un bel pacchetto di esperienza positiva per la coppia.

Se anche tu ti ritrovi in questo tipo di difficoltà comunicativa del tuo cane, chiamami senza impegno.

martedì 4 settembre 2012

REGOLE BASE IN EDUCAZIONE

Per una buona educazione comportamentale è bene porre delle buone basi sulle quali costruire: fiducia, accreditamento agli occhi del cane, coerenza...ma COSA dobbiamo insegnare tra le prime cose?
A mio avviso è importante che il cane impari la CALMA e l' AUTOCONTROLLO, ben diverso dall' acquisizione dei comandi base!
Calma ed autocontrollo devono diventare uno stile di vita e non dei comandi!
Vediamo alcuni passaggi fondamentali per arrivare a trasmettere al nostro cane queste regole chiave per un buon apprendimento e una buona relazione.

ESERCIZI:

1. Centripetazione (che vuol dire portare l'attenzione dentro la coppia cane/proprietario).
     Prendiamo un premio gradito al cane (cibo diverso dal pasto, un giocatollo, un osso), glielo mostriamo e portiamo la mano che lo contiene esterno al nostro corpo aprendo tutto il braccio; aspettiamo che si metta tranquillo (il cane potrebbe saltarci addosso, abbaiare, raspare con la zampa o anche allontanarsi da noi: sono tutti modi che ha per richiedere)  e che ci guardi per un attimo negli occhi; a quel punto cogliamo il momento per premiarlo con quello che abbiamo nella mano.
Questo è il primo passaggio per insegnargli a stare calmo quando vuole qualche cosa e soprattutto a chiedere il nostro permesso attraverso lo sguardo.

2. Copertina: per insegnare lo stato di calma non esiste un comando o un gesto in particolare, perchè la calma è una sensazione, è uno stato mentale, che sicuramente non si può ottenere su ordine!
Allo stesso tempo è bene che il cane la conosca come sensazione e capisca che a noi piace quando è calmo.
Quindi utilizziamo una copertina per iniziare a dare uno spazio ben riconoscibile a questo comportamento.
Inizialmente la posizioneremo al nostro fianco mentre siamo impegnati in altre attività (leggere, scrivere al pc, telefonare, guardare la tv) perchè così saremo meno proiettati verso il cane.
Premiamo tutte le volte che il cane è tranquillo sulla coperta.
Una volta che il cane ha capito che il premio arriva per il semplice fatto che si rilassa, inizieremo ad allontanarla da noi.

3. Interazioni: è fondamentale iniziare ad interagire col cane quando non è troppo agitato per evitare di gratificare quell'atteggiamento.
Spesso siamo portati a dare interazione quando il cane ci salta addosso, abbaia, corre freneticamente per casa e così via, ma in questo modo stiamo trasmettendo al cane che ci piace quel suo modo di relazionarsi e difficilmente sarà portato ad essere calmo per interagire con noi.
Meglio chiamare il cane quando è tranquillo per iniziare a fare insieme un'attività piacevole per entrambi: in questo modo lo gratifichiamo dell'interazione insieme in un momento adeguato e sarà più portato a relazionarsi in modo tranquillo.

4. Gioco: è la forma di apprendimento primaria, è quella attraverso la quale passano insegnamenti principali della relazione.
Possiamo insegnare: calma, autocontrollo, segnali di controllo posturali (seduto terra resta), collaborazione e accreditamento del proprietario.
Se prima di lanciare la pallina centripetiamo il cane (vedi sopra) abbiamo già fatto leva sulla sua capacità di gestire la voglia di rincorrerla e gli abbiamo insegnato ad aspettare il nostro permesso prima di lanciarsi!
Oppure se prima di andare a prendere un oggetto gli chiediamo di mettersi seduto gli stiamo insegnando il valore dei segnali di controllo.
Quindi, considerando il gioco come strumento di relazione è importante pensare che intanto che giochiamo col nostro cane stiamo dando degli insegnamenti validi anche nelle altre circostanze della nostra vita insieme.

Esempio di come si raggiunge calma ed auto-controllo: il cane è nel baule dell'auto (questo comportamento è auspicabile anche sulla porta di casa, sul cancello del giardino) ma anche se aperto, il cane rimane fermo aspettando il "via" da parte del proprietario per scendere. E' importante che non si lanci fuori per dare il tempo al proprietario di valutare se non ci siano pericoli nè per il cane nè per altri.

domenica 19 agosto 2012

Come ristabilire l'ordine dopo un'aggressione del cane.

Sei tranquillamente a passeggio col tuo cane. Improvvisamente subisce un' aggressione da parte di un cane libero.
Cosa fai?


Per esperienza diretta, posso dirti francamente che la prima cura da mettere in atto dopo scene di aggressività (anche le zuffe tra cani alle volte possono causare forti momenti di disagio, soprattutto in alcuni soggetti) è alleviare la condizione di stress.
Dopo aver attentamente osservato il proprio cane bisogna capire quali situazioni vadano temporaneamente sospese e quali altre invece siano necessarie per allentare la tensione.


Poi bisogna ripartire, piano piano, senza pretese di tornare subito al "come era prima" e rimettersi ancora nel mondo: insieme, uniti e rispettosi dell'individualità.





Erinni ed io, regole chiare, costanza e coerenza aiutano il cane a fidarsi di noi e quindi a farsi guidare




Anche a me in prima persona sono capitate esperienze di aggressione quando avevo Dorian, alcune ferite sono rimaste a me in prima persona e mi hanno preso tempo per essere superate e rimarginate.
Quando la ferita è recente, fresca e ancora non è ben rimarginata necessita tempo e attenzione.
Tutta la famiglia deve fare la propria parte e insieme deve riuscire ad andare avanti e ristabilire nuovi equilibri.
Ovviamente dopo un'aggressione o un episodio di aggressività tutto appare distorto, la realtà sembra filtrata attraverso un cristallo: prismatica, evanescente e suggestiva e per questo tanto spaventosa.
Ci sono momenti, anche i più banali, che sotto quella luce tutto prende toni completamente al di fuori del reale: un rumore in giardino può sembrare l'invasione dei barbari!
Ed è proprio in quei momenti che la famiglia si stringe unita e compatta per ritrovare la dimensione adeguata.
Ed è bellissimo poterlo fare insieme.

In quei momenti si capisce chiaramente il valore relazionale del cane e quanto il cane sia in grado di stabilire legami profondi e differenti con ogni componente della famiglia.


Io sono diventata il referente magistrale: quell'esempio da seguire perchè affidabile al 100 per 100. 
Perchè sempre presente nel momento del bisogno, perchè coerente in ogni situazione, perchè sicura di se stessa e perchè protettiva verso tutto il gruppo. 
Ho saputo intervenire al momento giusto, dopo tanti anni, finalmente ce l'ho fatta a non nascondermi dietro a nessuno e ho tirato fuori tutta me stessa per difendere la mia famiglia.
Mio marito, agli occhi del cane, è sicuramente il vice-coordinatore, che va ascoltato e rispettato come se fosse il mio sostituto; i bambini sono diventati i compagni di gioco e non più gli esseri indifesi da proteggere.
Finalmente tutto ha un senso e una logica di gruppo, ma  in ogni caso, dopo un'aggressione, subita o volontaria, anche un cane risente dello stress.
Il punto è proprio questo: ogni essere vivente patisce lo stress e ogni individuo ha i propri tempi di recupero che non possono essere prestabiliti da nessuna terapia di recupero comportamentale o terapeutica.
Bisogna lasciare il TEMPO e lo SPAZIO necessario al soggetto per recuperare la propria serenità ed il proprio equilibrio interno, non c'è nessun esercizio specifico che possa accelerare quel processo.
Una volta fatto ciò sarà possibile iniziare il lavoro vero e proprio di ripristino di tutte le funzioni e di valutazione del cambiamento dopo l'episodio di aggressività.
Nel mentre ci sono tanti accorgimenti per poter aiutare il cane almeno a togliersi dagli occhi quel prisma di osservazione della realtà che ne falsa la visuale.
Uno dei primi è sicuramente eliminare quanto prima tutte le fonti che potrebbero essere elementi stressogeni: come ad esempio far riposare il cane in un luogo assolutamente tranquillo ed indisturbato e se necessario spostare la cuccia o brandina in un angolo remoto della casa; uscire solo in momenti e posti assolutamente rilassanti e poveri di stimoli, magari frequentare quei luoghi legati a ricordi piacevoli per aumentare lo stato di benessere; fare attività conosciute, quindi facili, e gratificanti per il soggetto; non assillare il cane con la confusione quotidiana che si crea all'interno della casa: bambini che giocano, ospiti che entrano ed escono da casa, ritmi frenetici, urla...infine, accarezzare e massaggiare secondo alcune tecniche ben specifiche per aiutare la produzione di serotonina e noradrenalina, che aiutano ad aumentare il senso di piacere.
Ma la cosa fondamentale quando si decide di aiutare qualcuno nella ripresa da una condizione di disagio/stress è ASCOLTARE il ritmo delle esigenze.
Ho potuto osservare questa volta in prima persona quanto sia stressante il comportamento aggressivo e ho capito quanto sia importante cercare di vedere in modo oggettivo quello che sta succedendo.
Non ci si può lasciar prendere nè dal pietismo nè dalla paura.
Bisogna mantenersi lucidi e presenti se veramente si vuole superare il momento di difficoltà.
Il comportamento di aggressione induce alla lettura del mondo attraverso la vigilanza: quindi tutto ciò che succede sicuramente sarà un problema e soprattutto ogni cosa sarà interpretata in una prospettiva negativa.
Il proprietario deve essere consapevole che da quel momento il proprio cane potrebbe vedere le cose come sempre negative (potrebbe, sono esseri viventi non macchine programmabili!) quindi anche cose che fino a quel momento non erano messe in rilievo dal cane, d'ora in poi potrebbero essere interpretate come negative.
Esempio: passeggiando si incrociano sul marciapiede delle persone. 
Se fino a quel momento non era mai successo niente di strano, dopo potrebbero diventare un problema per il cane, che potrebbe iniziare ad abbassare le orecchie verso l'avanti, portare la coda ad altezza del dorso, potrebbe scartare di lato e cercare di schivarle, potrebbe ringhiare....insomma il corpo potrebbe predisporsi a difendersi anche senza essere minacciato apertamente, perchè nella testa rimane accesa la lampadina della minaccia (subita o fatta, non importa).
Oppure, un altro esempio, se prima non dava fastidio al cane essere toccato all'improvviso da dietro, ora potrebbe causargli un'alta reattività, sempre dettata dalla paura scatenata dall'aggressione.
Tantissimi esempi di questo tipo.



Erinni incontra un piccola taglia


Dobbiamo soprattutto osservare ogni segnale comunicativo del nostro cane: tensione del corpo, cambiamento del respiro, variazione delle pupille o della forma dell'occhio.
Il comportamento di aggressione quando è scatenato da un evento improvviso provoca cambiamento a livello di ormoni e di conseguenza è anche per questo motivo che richiede tempo per essere smaltito.
Inoltre non dobbiamo ricordare che lo scatenarsi di un'emozione così forte provoca apprendimento in modo molto rapido e quasi "indimenticabile".

lunedì 13 agosto 2012

Esempi di attivazione mentale per il cane



Il labirinto






A cosa serve aumentare l'attivazione mentale del cane?
Scopriamolo insieme nel prossimo post attivazione mentale

La Mobility-dog: LA RUOTA

Bravissima! Questa femmina è riuscita a passare senza problemi anche con una placca al posteriore! La proprietaria si è messa dalla parte opposta a dove entrava il cane ed è bastato chiamarla! 

Questa è una cucciola di Cane Corso alla sua prima esperienza e non è stato possibile aiutarla ad attraversare la ruota, non era nemmeno interessata al cibo, alle feste delle proprietarie...Era molto in difficoltà per l'ambiente rumoroso e pieno di gente, di cani, di oggetti...molto diverso rispetto al suo contesto di vita quotidiano.
Inoltre non va dimenticata la particolare chiusura di alcune razze e per questo trovo che siano importanti eventi come questi: per aiutare i proprietari a capire le attitudini caratteriali del proprio cane e aiutare il cane a capire che non c'è niente di cui preoccuparsi quando c'è il proprietario vicino.
Trovo che attraverso esercizi di mobility si possa attuare una sana socializzazione: a 360°!


anche per questa cucciola qualche esitazione, ma poi superata!


L'ostacolo della ruota fa parte degli ostacoli in aria perchè richiede al cane di sollevare le zampe da terra  e la maggiore difficoltà è nel superare la paura di entrare dentro un qualche cosa, che un pochino ondeggia, è nel mettere la testa dentro qualche cosa.

La Mobility-dog: IL TAVOLO CON NASTRI

Questo ostacolo prevede un tavolo con ai bordi dei nastri leggeri che arrivano fin quasi a terra, ondeggiano e si muovono. Il cane deve attraversare il tavolo sotto con la regola di non poter uscire da dove è entrato. Ovviamente non può essere spinto o strattonato. Non si valuta l'esecuzione perfetta dell'esercizio, ma la fiducia nelle indicazioni del proprietario, nonostante il cane possa essere intimorito dai nastri che ondeggiando ostruiscono la visuale.




La Mobility-dog: barriere a terra

il lavoro su ostacoli a terra aiuta il cane a coordinare tutto il proprio corpo, soprattutto il treno posteriore, che spesso è più disorganizzato nel movimento rispetto a tutto il resto. Questo tipo di esercizio aiuta quindi il cane a conoscere il proprio corpo e di conseguenza ad acquisire maggiore sicurezza nei propri movimenti ed in se stesso.
Inoltre muovere la parte posteriore del corpo accende una serie di set neuronali molto importanti che altrimenti non si accenderebbero mai.

Esistono anche altri tipi di esercizi che riprendono questo meccanismo, come ad esempio le barriere a terra o la scala a pioli, tutto ciò che deve fare articolare un passo completo al cane utilizzando l'articolazione di tutte le zampe.

mercoledì 25 luglio 2012

La MOBILITY-dog: cos'è?

La Mobility-dog è una disciplina non agonistica e non competitiva, idonea a tutti le coppie pet-partner, cioè cane/proprietario.
E' nata in Svizzera negli anni 90' e si è diffusa rapidamente perchè è un ottimo strumento per migliorare la relazione, abbassare lo stress nel cane e migliorare l'integrazione del cane nella società.
Affrontare insieme dei piccoli ostacoli ha un forte valenza positiva sulla coppia: migliora l'affiatamento, la fiducia e aumenta le capacità comunicative dei due.
L'obbiettivo fondamentale della Mobility è una diffusione sempre maggiore di una diversa cultura cinofila e di una diversa interpretazione della relazione col proprio cane, che non è più una macchina programmabile che segue dei comandi e nemmeno un povero bimbo indifeso; ma il cane è un individuo con delle caratteristiche ben precise che entra sempre e costantemente in relazione con noi e col mondo nel quale è immerso.
Facciamo un esempio, una delle prove è l' "ombrello", la cui prova consiste nell'aprire e chiudere un ombrello senza ovviamente minacciare il cane o metterlo sotto pressione per forza. Semplicemente il conduttore apre e chiude un ombrello e il cane deve saper dimostrare di non temere l'oggetto, perchè vivere nella nostra società comporta anche questo tipo di conoscenza: quando piove noi li usiamo!
Un altro ostacolo è l' "ondulex", la cui prova consiste nel camminare su un pannello di materiale ondulato per circa 2 metri e anche qui il cane deve saper dimostrare di non avere paura delle diverse superfici che potrebbe incontrare sul suo cammino.
Le prove in totale sono 18 e comprendono superfici diverse, ostacoli in aria (salti) e a terra, ostacoli anche in movimenti come il carretto e l'altalena.
La cosa bella è che in manifestazioni di questo tipo, o anche durante le semplici dimostrazioni, non c'è mai la tensione che si respira nelle altre competizioni.
In queste giornate dedicate alla Mobility i proprietari scoprono lati inaspettati nei loro cani ed anche i cani guardano con un occhio diverso il loro umano al fianco!

Sarà possibile partecipare nei pomeriggi dalle 16h alle 20h nei giorni del 4 e 5 agosto 2012 ad alcuni ostacoli che fanno parte del percorso di Mobility. 
Tutti i proprietari sono calorosamente invitati con i loro cani per provare gratuitamente che cosa si può fare insieme al proprio amico a 4 zampe!

Sono molto felice che il Comune di Fornovo, la Proloco e il direttore veterinario della Ausl mi abbiano dato questa esclusiva ed importante occasione per portare in giro il sapore della nuova cultura cinofila. Sono molto entusiasta di poter far provare a tutti coloro che vorranno e potranno partecipare quanto è bello e piacevole stare col proprio cane e fare insieme tante esperienze.
Spero che ci sia una buona risposta da parte della cittadinanza e che la notizia possa espandersi per aumentare sempre di più il volume di coloro che vedono nel loro cane una relazione, un'esperienza da vivere, un collaboratore e non più il limite, il problema, l'inconveniente o la macchina perfetta che esegue tutto su ordinazione....

giovedì 12 luglio 2012

Un giovane labrador


Il caso classico per l'educatore: un giovane Labrador, esuberante, livello di attivazione emozionale piuttosto alto, scarsa capacità di autocontrollo e soprattutto, cosa assolutamente da non sottovalutare, scarsa possibilità di fare esperienze. Questo ovviamente non faceva che aumentare la sua eccitazione ed eccitabilità nei confronti delle nuove situazioni.
Purtroppo, come spesse volte accade, era stato scelto in base a voci "di corridoio", che descrivono questa razza come se fosse il cane per antonomasia: il Labrador è quasi l'icona simbolo del cane, forse insieme al Border Collie....
Quindi, nessuno aveva informato i giovani proprietari che da cucciolo non è semplice gestirlo, che crescere un Labrador richiede tanta pazienza, tanta calma e anche la capacità di gestire la propria frustrazione, perchè spesso si ha l'impressione che non maturino mai....
Una delle prime attività ha riguardato la gestione della ciotola della pappa da parte dei proprietari, per aiutare il cane ad acquisire i primi auto-controlli davanti a situazioni molto attraenti e soprattutto ho scelto di partire dalla cosa che più lo interessava perchè davanti a delle difficoltà nuove, il cane tendeva a chiudersi senza neanche provare a risolvere un piccolo problema.
Un altro compito che ho subito dato ai proprietari è stato quello di portare a passeggio il cane il più possibile e di annotare tutte le nuove esperienze vissute: il bar, l'automobile, il centro, il paese, il fiume... di modo che rimanesse una specie di cronaca di tutto ciò che facevano insieme.
Soprattutto ci siamo applicati per fargli conoscere altri cani e per fargli fare delle buone esperienze di socializzazione, che ormai abbiamo capito che non è solo gioco....
Abbiamo cercato di lavorare il più possibile fuori da casa e in un contesto urbano, per facilitare la gestione delle emozioni da parte del cane.
Infatti è importante saper riconoscere l'emozione che si scatena davanti ad un evento o contesto, come è altrettanto importante saper gestire quello che si prova, di modo che l'emozione si trasformi in sentimento e dia spazio ad una manifestazione comportamentale adeguata.
Spesse volte sembra che il cane sia fuori controllo, abbia perso la testa e non riesca più a ragionare su quello che deve fare e molto spesso è colpa delle emozioni che annebbiano la capacità di riflettere nelle circostanze.
Spesse volte è colpa dell'inesperienza e niente altro.
Soprattutto in soggetti facilmente eccitabili a causa dell'eccessiva voglia di relazionarsi e socializzare con l'esterno, è consigliabile all'interno del percorso educativo inserire tante esperienze in esterno a casa, perchè il cane possa vivere gli avvenimenti NON come se fossero fuori dall'ordinario.

Lo Shiba-inu


LO SHIBA-INU

Un paio di giorni fa, sono stata contattata da una famiglia che ha a casa un giovane di circa 20 mesi di Shiba inu.
A vederlo sembra un Akita inu in piccolo: identico nella morfologia, ma caratterialmente molto più attivo e dinamico.
Al di là di quello che è la sua problematica, quello che salta subito all'occhio e che colpisce chi è attento ad osservare il comportamento dei cani, è la sua straordinaria capacità comunicativa.
Anche altre razze riescono ad esprimere molto bene intenzioni e segnali, ma questo sembrava proprio fare dei "discorsi" ben organizzati e chiari.
I manuali sulle razze riportano che sia una "razza primitiva", quello che fondamentalmente vuol dire è che ha saputo mantenere nonostante la domesticazione tutte le sue caratteristiche etologiche.
Quindi: grandi abilità comunicative mature, che vuol dire che non è come siamo abituati a vedere di quei cani che piange perchè vuole la coccola, ma è di quelli che hanno rispetto per le distanze, di quei cani che per determinare il possesso di un oggetto guardano quanto è lontano dall'interlocutore; è di quei cani che si ritraggono se non reputano che sia il momento della carezza, leccano il naso per cercare di essere ancora più chiari ed infine passano far vedere i denti se l'altro non capisce di fermarsi.
E' uno di quei cani che non lascia niente al caso: la traiettoria è ben studiata, la velocità e il tipo di approccio sono sempre calcolati in base a quello che il cane vuole esprimere.
La difficoltà più grande per i proprietari è riuscire ad entrare in quest'ottica: questo cane ha bisogno per vivere serenamente in famiglia che la sua comunicazione sia accettata, capita e interloquita.


Nel giugno 2013, un' altra famiglia mi ha contatta con un giovincello adolescente di questa razza, ma non lamentavano morsi o aggressioni, piuttosto volevano imparare come comunicare correttamente col proprio cane, perchè si erano resi conto che altrimenti non potevano nè gestirlo nè tanto meno insegnargli niente.
Il contesto di vita completamente differente rispetto al primo soggetto (un contesto decisamente più aperto agli estranei) non aveva fatto sì che si sviluppasse l'eccesso di protezione nei confronti dello spazio come nel primo caso.
Rimane la diffidenza nei confronti dell'estraneo, che però non fa scattare la protezione data la grande socializzazione secondaria.
Inoltre i proprietari, anche se con qualche esitazione iniziale, hanno provato in varie occasioni a lasciare il cane libero dal guinzaglio anche in mezzo alla gente e questo ha fatto sì che il cane trovandosi da solo anche in situazioni difficili potesse valutare quanto fosse invece importante il ruolo guida dei pet-owners.
Devo dire che quello che ha aiutato e che aiuta tutt'oggi ancora molto questo secondo soggetto è la grande sensibilità della sua proprietaria, che anche senza parlare un "caninese" da manuale è riuscita e riesce a capire le esigenze del suo cane e riesce oggi, grazie a qualche concetto basilare di espressione della comunicazione non verbale che abbiamo visto insieme, a farsi capire dal suo piccolo grande samurai.......... 

domenica 1 luglio 2012

Il cane tutor

In questi giorni mi sono messa a riflettere seriamente sulla mia professione e soprattutto sul come la svolgo e su come tanti altri colleghi la svolgono. Molti tra educatori ed istruttori si avvalgono dell'appoggio del proprio cane: il detto "cane bianco" o "cane tutor", ma cosa vuol dire?
E' un assistente e un validissimo aiuto in tante situazioni dove solo un cane può arrivare, ad esempio nei casi di cani con comportamenti aggressivi verso gli altri cani, in soggetti con fobie o timori, in casi di deprivazione....insomma in tutte quelle situazioni dove si vuole agire secondo l'apprendimento per mimesi o per referenza. Vuol dire che il nostro cane ci aiuta a fare da tramite di quello che si vuole insegnare all'altro cane che viene seguito in terapia, è come una specie di terapia assistita dal pet sul pet....
La mia riflessione allora va in questa direzione: perchè non esiste una tutela per questo tipo di attività? perchè la legge, l'ordinanza Mrtini del 2009 non difendono l'operato di questi cani? e soprattutto perchè la figura dell'istruttore che sta accanto a questi cani non viene tutelata e tanto meno valorizzata?
Sono di parte e non sono credibile? forse, ma più che altro sono consapevole di questa problematica, che è una reale difficoltà per chi lavora secondo questa modalità.
ma leggendo attentamente la detta ordinanza mi è sembrato di poter scorgere uno spiraglio: all'articolo 5 si nominano le categorie che non sono soggette al giudizio secondo questi parametri e si scorge uno spiraglio dove si nomina una categoria generica di cani "lavoratori" nominati e riconosciuti dalla regione o dal comune.
La riflessione viene spontanea: come si fa ad essere inseriti in quella categoria?
Ancora sto pensando, ma è una cosa alla quale non sono disposta a rinunciare tanto facilmente, quale? bhè ovviamente a quella categoria tanto misteriosa ma che lascia aperte tante possibilità per chi lavora nel settore.......http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_primopianoNuovo_224_documenti_itemDocumenti_0_fileDocumento.pdf

lunedì 18 giugno 2012

L'APPROCCIO COGNITIVO

Oggi ho ricevuto la mail di una "futura" collega ed amica, che mi esprimeva la sua riflessione sulla fase di meta-apprendimento del suo cane. 
Innanzi tutto cerchiamo di capire cosa sia il meta-apprendimento: possiamo riassumere dicendo che è la capacità di imparare ad imparare. 
Ancora meglio, utilizziamo il termine coniato dall'antropologo Bateson Gregory: deutero-apprendimento. Bateson si è dedicato allo studio della pragmatica della comunicazione umana, oltrepassando i limiti della discplina stessa per dedicarsi allo studio della psiche e dei processi di interazione sociale. Il risultato da lui ottenuto e il termine coniato indicano il cambiamento nel processo di apprendimento. Dal punto di vista relazionale, Bateson ha osservato la capacità di adattare il proprio comportamento organizzandolo in base al gruppo nel quale si è inseriti.
Il meta-apprendimento è la capacità di organizzare il proprio processo di apprendimento, è la capacità di manipolare i propri schemi mentali.
Noi istruttori SIUA seguendo la metodologia dell'approccio cognitivo, diamo ai nostri cani ma anche a quelli dei nostri clienti questo tipo di bagaglio esperienziale.
allora la riflessione della mia quasi collega era sul fatto che può capitare che il cane esca dalla fase di apprendimento ed entri in quella del meta-apprendimento senza che noi ce ne rendiamo conto, ma soprattutto senza che i proprietari se ne accorgano e cosa può succedere?
A mio avviso un bravo istruttore sa riconoscere quel momento e quindi sa aiutare la coppia cane/proprietario adeguatamente, ma secondo possono nascere delle difficoltà se l'istruttore non è consapevole di quello che sta succedendo. Ecco perchè mi fanno arrabbiare quelli che credono che essere educatori-cognitivi sia dare il premietto, sia applicare le schede al momento giusto e sia non dare una patacca al cane!
L'approccio cognitivo è molto di più: è la consapevolezza di avere a che fare con dei soggetti viventi, mutabili e altamente sociali! non si può pensare che il cane sia ben educato perchè esegue delle istruzioni che ha imparato, perchè è equilibrato e ben socializzato.
Questa è una parte del lavoro educativo, è quella parte che tiene presente l'adattamento del cane nella società e quindi anche un pò del nostro vivere comodo.
Mai poi c'è l'altra componente: quella riguarda esclusivamente la mente del cane e questa un bravo educatore non se la può scordare mai! bisogna sempre tenere presente cosa vuole dire il MOMENTO in cui insegno qualche cosa. Cosa vuole dire nel qui ed ora, nella testa di quel cane, insegnargli il seduto?
Il comando di seduto è forse quello più banale, quello che quasi tutti i proprietari insegnano anche senza il bisogno di un professionista, ma che significato ha per il soggetto che ho davanti in quella precisa circostanza?
Questo è il vero approccio cognitivo e per fare questo occorre empatia, spirito d'osservazione, esperienza, chiarezza sugli obbiettivi e voglia di mettersi in gioco!
I cani ti mettono in crisi,ti obbligano ad entrare in relazione, ti impongono di ascoltare e di osservare, ti fanno continuamente cercare nuove strade perchè non si vergognano di essere soggetti unici ed irripetibili!
Ecco che cos'è il meta-apprendimento: l'utilizzo soggettivo degli insegnamenti ricevuti.
Se penso alla mia storia personale col mio cane, sono pienamente consapevole di non avergli dato nessun tipo particolare di istruzione, ma soltanto la capacità di rielaborare le situazioni per scegliere il comportamento adeguato da tenere, cioè ho voluto che imparasse ad imparare dalla vita....
Ora che ha imparato l'equilibrio e che ha acquisito le competenze necessarie per stare al mondo e che allo stesso tempo conosco i suoi limiti, posso e voglio aiutarlo maggiormente dicendogli cosa fare nelle situazioni attraverso alcuni comandi semplicissimi.
Ora so che cosa vuole dire per lui quando gli dico di sedersi o di restare fermo in un punto: non rispetta una semplice esecuzione di un comando, ma impara come ci si comporta nelle diverse circostanze....
Facciamo un esempio: gli sto insegnando a stare a terra fermo in tanti momenti diversi e in tanti posti diversi e lo sto facendo solo ora, perchè prima ho voluto che imparasse a conoscere il mondo e ho voluto conoscerlo in base alle risposte comportamentali che metteva in atto. Ora gli sto insegnando che quando siamo al parco e mi siedo su una panchina lui deve stare a terra, ma per lui è una cosa molto difficile, perchè ha sempre avuto la tendenza a controllare la situazione. Non avrei mai potuto insegnarglielo prima perchè non ne voleva sentire nemmeno di sedersi o di guardarmi, quindi ho dovuto insegnargli a stare a terra in circostanze completamente diverse e poi riproporglielo in quella che desideravo.
Ma questo è il meta-apprendimento che si acquisisce dall'approccio cognitivo.
E il rovescio della medaglia è che c'è anche su apprendimenti che sfuggono alla nostra volontà e alle nostre intenzioni....