lunedì 3 novembre 2014

Una splendida Boxer ospite al canile di Castell'Arquato (PC)


Sei una persona attiva e dinamica? Ti piace giocare col cane e fare lunghe passeggiate
Lei è la Boxer che fa per te!




E' super simpatica, attenta, zero problemi.
Va d'accordo con gli altri cani e con tutte le persone.
E' forte, anche se non è più troppo giovane.
Ama giocare e fare lunghe passeggiate.
Ovviamente le piacciono le coccole.
Fortunatamente non ha passato tutta la sua vita in canile.
E'entrata da poco e si ricorda ancora come si va in auto, come si va al guinzaglio e che è bene stare sedute quando si aspetta.
Ti sembrano banalità?
No, vero?
Sono comportamenti molto utili nella nostra vita quotidiana che fanno parte dell'indice di adottabilità di un cane.
Più abilità, conoscenze e competenze ha un cane, più sarà facile inserirlo nella famiglia adottante.
Quindi più sarà facile per lui uscire dal canile.

Rottweiler: cane aggressivo oppure errore di gestione?




Ovviamente per motivi di privacy della famiglia e del cane non scriverò nè dove si trova nè come si chiama.
Chiameremo questo cane Tato e diremo soltanto che è un adulto.
Si vede chiaramente che è di razza Rottweiler e che vive in una situazione che sicuramente non gli è adatta.
Ricordate che mestiere anticamente faceva il Rottweiler? 
Era il cane del macellaio, quindi stava sempre accanto al suo proprietario e ne custodiva la vita e la borsa dei soldi!
Secondo voi come potrà stare invece questo soggetto?
Solo, stretto, abbandonato a se stesso, probabilmente deluso dal genere umano e sicuramente non propositivo e speranzoso verso l'uomo.
Quindi perché non dovrebbe essere arrabbiato almeno un pochino?
Quando mi sono avvicinata al suo spazio non ha avuto alcuna reazione sgarbata: mi ha guardata negli occhi come io ho fatto con lui, senza sfida, ma solo con curiosità.
L'ho salutato e gli ho lanciato dentro un po' di crocchette gustose, era in imbarazzo e dubbioso.
Le ha fiutate, ne ha presa una e l'ha portata nella cuccia e visto che il sapore era buono l'ha assaggiata.
E' tornato per prenderne un'altra, ma lo stress ha preso il sopravvento e ha fatto un giro e ha fatto la pipì per calmarsi un attimo.
Allora è tornato e ne ha mangiate altre.
Con questo sicuramente non ho l'illusione di essere diventati amici.
Non sono certo una manciata di crocchette a far passare anni di gabbia!
Ma almeno ha dato dei segnali, almeno ha potuto comunicare con qualcuno, liberamente, senza forzature o giudizi.
Sono molto dispiaciuta, perché potrebbe essere un validissimo cane.
Ombroso, diffidente come un soggetto agli estremi di questa razza, ma forte, equilibrato e un gran lavoratore. 
Un compagno impareggiabile, ma a condizione di una sana ed equilibrata relazione fondata sul rispetto delle regole di base della convivenza.
Purtroppo invece se nessuno se ne farà carico resterà un altro dei tanti Rottweiler degenerati nella loro tendenza possessiva a finire in isolamento e giudicati "pericolosi".
Sono veramente rattristata dalla forza distruttiva che può generarsi dall'incomprensione comunicativa: un ringhio interpretato male, uno scatto scambiato per un'aggressione, un gioco troppo impetuoso e voilà il cane finisce nella gabbia.
Allora chi è l'aggressivo?
Il cane è un predatore di natura e noi della prede di natura, ma allora perché prima di scegliere un cane non riflettiamo attentamente sulle nostre reali possibilità?
Non possiamo definire aggressivo a priori quello che in realtà in natura è normale!
Mi spiego meglio.
Se il comportamento di aggressione in un predatore è etologicamente corretto non dobbiamo stupirci che alle volte emerga e a maggior ragione in razze in cui è stato selezionato appositamente per aiutarci in mansioni in cui noi, per la stessa etologia, saremmo carenti e abbiamo quindi bisogno dell'aiuto di quello di una specie predatoria.
Ciò considerato bisogna stabilire quale comportamento di aggressione è fuori dai pattern comportamentali normo dotati del cane.
E' chiaro a tutti ormai che se un ladro entra nel territorio di un Rottweiler il cane parta a difendere, come è anche chiaro che se un amico di famiglia entra perché invitato lo stesso cane debba rimanere tranquillo.
Qui ovviamente entra in gioco l'educazione e la buona gestione del cane fin dal suo ingresso in famiglia ( e non vuol dire che sia per forza un cucciolo!).
Come può fare il cane da solo a distinguere un ladro da un amico?
Ovviamente solo attraverso la relazione col proprietario!
Come può fare il cane a distinguere quando è un gioco di possesso e quando invece deve difendere la mia borsetta?
Anche qui soltanto attraverso la relazione.
Quindi arriviamo ad una conclusione semplicissima: esistono razze e soggetti più predisposti ad esprimersi attraverso una comunicazione aggressiva, ma soltanto perché conoscono solo quella!
E' un dovere dei proprietari dei cani far conoscere ai propri amici pelosi diversi stili relazionali e quindi comunicativi.
Questo è uno dei motivi per cui amo tantissimo i soggetti aggressivi: fondamentalmente non mi fanno paura, capisco perché sono così arrabbiati nei confronti di qualche cosa o qualcuno e soprattutto so che posso guidarli verso una comunicazione differente.
L'aggressività è favorita da un certo contesto emotivo e on è altro che un modo di esprimersi.
La cosa più importante per affrontare un soggetto aggressivo è comprendere che in quel momento non ha alternative per esprimersi: dice le cose urlando, sbattendo i pugni, distruggendo tutto quello che incontra sul suo cammino, allontanando chiunque, ma in fondo è uno spirito condannato a vivere solo e quasi sempre è proprio quella solitudine che alimenta l'aggressività.
Ritengo che la cosa più importante per aiutare un aggressivo ad uscire dal suo meccanismo sia non scappare (lavorare in sicurezza certamente!) perché soltanto così si potrà fare breccia ai suoi occhi e diventare credibili.
Tutti gli aggressivi sono soli e la solitudine alimenta la rabbia, la rabbia diventa esplosiva, devastante, nebulosa fino a confondere tutta la realtà col proprio percepito.
L'unica strategia possibile di intervento è agire sulla solitudine: essere forti, preparati e non scappare!
Ovviamente non aggredire, perché questo non farebbe altro che confermare che l'aggressività è l'unico mezzo di comunicazione possibile.
Invece è importante ancorare il soggetto aggressivo alla propria forza interiore per strapparlo al suo turbinio emotivo privato e aprirlo a nuove forme di comunicazione.
Amo con tutto il cuore gli aggressivi, perché credo di sapere cosa li rende così arrabbiati; perché sento tutta la loro solitudine, tutto il loro dolore non condiviso; perché capisco quando urlano disperati perché non sanno di avere alternative.