giovedì 15 marzo 2012

Il guinzaglio e la comunicazione

Molto spesso si pensa che il guinzaglio sia il volante del cane, ma come le redini non fanno un buon cavaliere così il guinzaglio non è lo strumento che "conduce" il cane.
Quando andavo a cavallo e facevo la preparazione per le gare di salto ostacoli, la mia istruttrice mi ha insegnato per prima cosa che il cavallo si "guida" con le gambe e non con le mani.
Ci faceva fare un mini percorso con le redini allacciate sul collo del cavallo e le mani sui fianchi per farci imparare una pressione adeguata delle gambe per dare il giusto ritmo all'andatura del cavallo e ci faceva spostare il baricentro per farlo girare da una parte piuttosto che dall'altra.
Ora, quando devo insegnare ai proprietari ad usare correttamente il guinzaglio ripenso sempre a quell'esperienza personale: la passeggiata non può essere affidata e delegata completamente all'uso del guinzaglio!
Così, alle volte faccio legare in vita il guinzaglio ai proprietari o lo faccio togliere se vedo che serve loro per indirizzare il cane.
Sia il cavallo, sia il cane (ma anche tantissimi altri animali) sono in grado di leggere perfettamente ogni minima variazione del nostro corpo, quindi perchè non gestire la passeggiata usando il più possibile una buona comunicazione non verbale?
Dorian anche se mi sta quasi sempre davanti, sa se voglio andare a destra o a sinistra, sa se mi sto per fermare anche senza dirglielo verbalmente ad ogni volta: non è un mago!
Ma ogni volta che intendo cambiare direzione o andatura il mio corpo si predispone a farlo ancora prima che la mia testa abbia finito di pensarlo.
I cani osservano molto la direzione dei nostri piedi e delle nostre spalle; sentono il peso che si sbilancia da una parte o dall'altra ed intuiscono dove vogliamo dirigerci.
Inoltre quando intendiamo prendere una direzione il nostro sguardo vi si dirige per monitorare lo spazio che andremo ad occupare.
Quindi, questo mi insegna un'altra cosa molto importante: che se NON voglio che il cane vada in una direzione non dovrò nemmeno io nè guardarci nè tanto meno volgervi le mie spalle, perchè sarebbe come invitare il cane a partire in quella direzione.
Quando siamo al guinzaglio a mio avviso tutto è più complicato rispetto alla gestione in libertà, perchè bisogna essere molto chiari nella comunicazione non verbale e controllare molto bene ogni piccola variazione accidentale, cercando di provocare volontariamente quelle desiderate.
Facciamo un esempio: la scena classica del cane che tira al guinzaglio quando vede passare un altro cane.
Cosa si fa?
Per prima cosa bisogna considerare: che in quel caso c'è una grande frustrazione a livello di socializzazione, che provoca eccitazione, che a sua volta provoca una risposta comportamentale molto poco riflessiva;
oppure in secondo luogo, potrebbe esserci irritabilità per lo spazio individuale che si sente minacciato dalla presenza dell'intruso.
Ma ammettiamo che il cane non abbia problemi di socializzazione e non si senta minacciato: perchè dovrebbe comportarsi così?
molto spesso è dovuto ad una cattiva gestione del guinzaglio da parte del proprietario che non sapendo cosa fare inizia a tirare, urlare, strattonare, dare pacche sul muso...oppure l'altro stile di proprietario è quello che pensa che il suo cane ami stare con tutti e che tutti debbano amarlo e senza preoccuparsi dei segnali comunicativi butta il proprio cane con tutti!
IL GUINZAGLIO è COMUNICAZIONE: imparare a leggere il proprio cane; ad anticiparlo nelle mosse che pensiamo potrebbero creare situazioni problematiche (come questa analizzata); imparare a capire se sta o meno affrontando una situazione di difficoltà, come potrebbe essere passare vicino a strade rumorose o gruppi di ragazzini urlanti; imparare se preferisce tenere delle distanze di un certo tipo a seconda delle situazioni più o meno rilassate che si incontrano nella passeggiata; imparare a capire se al guinzaglio con noi ama o meno incontrare e conoscere altri cani....
La cosa fondamentale quando si esce al guinzaglio è di ricordarsi che, anche se al cane piace seguirci e ama la nostra compagnia, ha bisogno di rispetto della propria individualità.
Per cui è essenziale che per una buona riuscita di passeggiata serena e collaborativa ci sia una buona intesa comunicativa: sulle intenzioni, sulle direzioni, nelle situazioni critiche e nei momenti di relax.