giovedì 5 gennaio 2012

E con più di un cane?


E come possiamo fare quando in famiglia si ha più di un cane per uscire serenamente al guinzaglio in passeggiata tutti insieme?
Credo che sia fondamentale, come sempre, la GRADUALITA', per cui bisognerebbe avere la pazienza di affrontare tutti i singoli passaggi visti fin ora nei post precedenti prima con un cane e poi con l'altro.
Questo vale sia che si facciano entrare da subito in famiglia più cuccioli contemporaneamente, sia che si inserisca successivamente un nuovo arrivato (cucciolo o non più tanto giovane).
Dicendo questo mi riconduco sia alla mia esperienza di istruttore, che spesso ha dovuto affrontare dinamiche di gruppo, ma anche alla mia esperienza personale-famigliare.
Mi piace più parlare di quello che ho vissuto per cui vediamo insieme cosa è successo a casa mia.
Ormai si sa che Dorian è stato il primo ed è arrivato da cucciolo. Non riesco ad immaginare che 4 anni fa abbondanti potesse essere pensabile camminare al guinzaglio con anche un altro cane, per il fatto che aveva bisogno di instaurare con me un legame profondo, solido e duraturo, basato sulla fiducia e sul rispetto.
Mi ricordo che quando uscivamo da casa le prime volte tirava tantissimo sulla strada del ritorno, mentre in andata mi stava sempre appiccicato e guardava più che fiutare...il che è molto significativo di quali fossero per lui le esigenze prioritarie di quel momento. Infatti solitamente i cani tirano di più in uscita che non al ritorno verso casa, anzi di solito per tornare a casa indugiano a fiutare, si distraggono con tutto per ritardare sempre di più il momento di rincasare.
Dorian invece VOLEVA tornare di corsa a casa...che cosa vi viene in mente?
Insicurezza nel mondo circostante, scarsa esperienza, scarsa autostima ed auto-efficacia, "ansia" da abbandono del luogo protetto, ma io ero li con lui: perchè non gli bastava?
Perchè era un piccolo cucciolo di Cane Corso, quindi alla basa profondamente diffidente, che aveva bisogno di conoscermi per potersi fidare e lasciarsi guidare nella crescita e di conseguenza nelle esperienze della vita che avremmo affrontato in seguito.
Come potevo portarmi un altro cane in passeggiata con questa consapevolezza?
Avrei rischiato di perdere di vista lui che mi stava accanto per dedicarmi anche alle esigenze dell'altro.
Ha avuto bisogno di un profondo rispetto dei suoi tempi e dei suoi momenti per potermi dare la sua fiducia e attraverso questa fare passare tutti gli insegnamenti che gli sono serviti per poter diventare il cane solido ed equilibrato che è ora.
Insieme abbiamo giocato, corso, ci siamo persi nei boschi e poi ritrovati, siamo andati insieme in paese e poi in città, abbiamo incontrato altri cani, altre persone, siamo andati al bar al ristorante ed in vacanza, al parco, al fiume, al mare, al lago....abbiamo vissuto tante esperienze ma: INSIEME, io non mi sono mai dimenticata che attaccato al guinzaglio avevo il mio più caro amico e lui non si è mai dimenticato di chiedermi aiuto nelle situazioni nuove e/o problematiche.
Il guinzaglio non è un semplice pezzo di corda o di cuoio, ma è il trait-d'-union tra uomo e cane: è come camminare fianco a fianco ed essere in armonia nei movimenti.
Potete pensare ad un branco di lupi che per camminare insieme si ringhiano, si sgridano, si mordono o discutono?
Non riuscirebbero nemmeno un giorno a cacciare! così dovrebbe essere camminare insieme al guinzaglio: sinergia nello spostamento, nell'andatura, nella direzione e soprattutto negli obbiettivi....

Poi, nemmeno un anno fa è arrivata Paola, che aveva visto il guinzaglio ben poche volte nella sua vita e di sicuro non avrei potuto accelerare i suoi ritmi perchè invece a passeggio con Dorian le basi erano già poste!
All'inizio, per un paio di mesi circa, ho fatto sempre passeggiate al guinzaglio separate, per poter dare anche a lei il tempo di studiarmi e di capire chi io fossi per lei e che cosa volessi da lei, ma anche piccoli tratti con tutti e due i cani perchè l'apprendimento per mimesi è uno dei più diretti e contavo molto sul fatto che potesse imparare tanto dagli atteggiamenti di Dorian.
Mi ricordo che le prime volte Paola si girava subito a guardarmi quando sentiva il guinzaglio andare in tensione per capire cosa le stava succedendo: bella questa, a lei dava fastidio sentire tirare mentre di solito è al conduttore che non piace!!!
Quindi all'inizio tutto si è basato su una buona comunicazione non verbale: rimanevo tranquilla, con le braccia lungo i fianchi per farle capire che non ero io a "farle male" sulla pettorina, ma era lei a non guardare la mia traiettoria.
Con lei il guinzaglio è servito semplicemente da freno per darle l'idea che il suo punto di riferimento dovevo essere io: è sempre stata da sola a prendere le decisioni per se stessa, mentre ora dovevo dirle che poteva affidarsi a me.
Devo dire che è stata ben felice di lasciarmi "il timone", come tutti i cani direi sono lieti di non dover essere caricati di responsabilità se siamo noi a prendercele!

Quindi con entrambi i cani ho dovuto impegnarmi per essere ACCREDITATA, ma in modo completamente differente, perchè ogni individuo ha una struttura diversa e bisogna essere in grado di accorgersi quali sono le esigenze preponderanti di uno e dell'altro,quali tipo di richieste fa uno e fa l'altro, che modalità espressiva ha uno e l'altro, che aspettative ha uno e l' altro...

Una volta che Paola ha stabilito che: la passeggiata era uno svago insieme, il guinzaglio non era uno strumento di tortura ma la mia spalla vicina alla sua, i suoi tempi per fiutare guardare e marcare sarebbero stati rispettati...ho potuto portare i cani insieme in passeggiata molto più frequentemente.

Ritengo quindi che in una situazione di pluralità sia importante riservarsi sempre dei momenti di rapporto a due esclusivi, per avere modo di leggere e capire bene la soggettività di ogni cane che emerge esclusivamente quando si è da soli.