I) VALENZA DEL TITOLO
Questo elaborato conclusivo del percorso di laurea magistrale, in lingue e letterature
straniere vecchio ordinamento, analizza e confronta dal punto di vista linguistico il primo
romanzo prodotto dall’autore martinicano Edouard Glissant, La Lézarde, con Ormerod,
pubblicato pochi anni prima rispetto a suddetta tesi di laurea.
Per chiarire il significato del titolo si rende necessario introdurre nell’essenziale la
distinzione tra lingua e linguaggio: la prima è una forma appresa, mentre il secondo è
biologicamente innato.
Secondo le teorie linguistiche, la lingua è quel sistema di segni proprio a ciascun popolo,
così come ognuno la utilizza nel territorio di appartenenza, dove la trasmissione avviene
da una generazione ad un’altra; mentre il linguaggio appartiene a tutti gli esseri umani
come componente cognitiva intrinseca e costituente del corredo genetico.
L’elaborato ha tenuto conto di questa prospettiva per l’analisi di questi due romanzi e
sottolinea quanto l’Autore abbia realizzato una lingua completamente nuova, in grado di
rappresentare la cultura di appartenenza, ma anche capace di raggiungere un pubblico
internazionale.
Glissant ricerca fin dall’inizio del suo percorso letterario una scrittura che fosse in grado di
superare il Francese imposto dai colonizzatori, che fosse diversa da quella ribelle della
corrente letteraria-filosofica della Négritude, ma che non fosse nemmeno quella esotica
creola legata all’oralità dell’area francofona caraibica.
Il maneggiamento linguistico così abilmente orchestrato da Glissant, diventa quindi
espressione di questa nuova consapevolezza, in cui ogni individuo è in corrispondenza
verso l’altro, dove non c’è più un idioma che predomina culturalmente sugli altri.
La lingua si trasforma quasi in strumento di indagine sociologica per la ricerca della
propria identità, lo spazio del testo diventa un luogo di incontro dove tutte le lingue si
incrociano, si influenzano, si contaminano e convergono, ma rimangono loro stesse.
Il termine “lingua” così utilizzato appunto nel titolo di questo elaborato, manifesta la
volontà dell’Autore di superare il concetto di identità-radice e di rinnovarlo con quello di
identità-relazione.
Non si tratta dunque di linguaggio glissantiano, perchè l’indagine condotta non è volta
soltanto all’aspetto creativo dello scrittore, ma alla concezione di una tecnica narrativa
assolutamente innovativa e personale, che rispecchia la sua identità creola, antillese e
martinicana, nata dalla comunione di tante individualità differenti e alle volte nemmeno
affini.
Una lingua squisitamente nuova, inconfondibile nei suoni e nelle strutture, colorata come
la sua Terra natia, unica e praticamente irripetibile nella sua concezione, ma pienamente
rappresentativa della filosofia dell’ Autore e attuale in questa nostra contemporaneità, fatta
di spostamenti e di incontri.
II) PANORAMICA DEI CAPITOLI
- PREFAZIONE:
Questo studio nasce dalla passione verso la lingua e la letteratura francofona sviluppata
nel periodo post coloniale, in particolare è stato scelto Edouard Glissant perché ritenuto
dalla critica letteraria internazionale il personaggio più completo nel panorama
letterario di interessamento.
- INTRODUZIONE:
Necessaria per giustificare le scelte d’analisi dei romanzi e di distribuzione del
materiale raccolto attraverso l’opera intera qui presentata.
- PRESENTAZIONE DELL’AUTORE:
L’analisi della sua personalità mette in risalto un personaggio attivo nel panorama
culturale internazionale.
Dedica la vita allo studio, all’insegnamento, all’attività culturale in senso lato.
- CAPITOLO I:
Il primo capitolo ha il compito di introdurre il delicato argomento centrale
nell’elaborato qui considerato. Per questa ragione illustra la storia delle origini della
Martinica e descrive la sua realtà attuale; spiega cosa sia la Francofonia per chiarirne
sia la posizione geografica, sia l’ambiente sociale e anche il contesto linguistico;
espone alcune peculiarità della lingua creola, indispensabili per coglierne le tracce
indirettamente presenti nelle opere glissantiane, realizzate attraverso una tecnica
stilistica unica, che sarà dettagliata nei capitoli successivi.
- CAPITOLO II:
Analizza quali correnti letterarie siano contemporanee all’opera glissantiana e quale sia
stata la sua posizione rispetto a queste, dal quale confronto emerge la sua totale originalità.
L’Autore sostiene che il testo sia uno spazio dentro il quale il lettore possa viaggiare e
incontrare l’autore. Pertanto, le pagine diventano il punto d’incontro delle molteplici
identità che partecipano all’atto letterario. In questo modo Glissant comincia a
delineare la concezione di mondo come arcipelago. La lingua concepita dall’Autore ha
quindi il compito di rispecchiare pienamente la sua concezione di mondo e di essere
umano. Egli sostiene che non possiamo più vivere isolati gli uni rispetto agli altri, ma
ognuno, con le proprie tipicità, diventa parte complementare dell’altro.
- INTRODUZIONE AI CAPITOLI III-IV:
Una breve introduzione presenta i capitoli dedicati interamente allo studio dei due citati
romanzi per correlare omogeneamente tutta la ricerca condotta.
Risulta sempre piuttosto complesso poter schematizzare l’opera di Glissant
circoscrivendola in un genere o in un movimento letterario, tutta l’analisi dei suoi scritti
deve sempre tenere in considerazione che il l’obbiettivo è quello di rappresentare una
lingua che riguarda tutto il mondo.
- CAPITOLO III:
Si concentra: sui temi dominanti delineati nei romanzi presi in esame; sui piani
narrativi; sulle modalità di realizzazione dei personaggi; sull’importanza delle
ambientazioni e sull’importanza del vagare tra un luogo ed un altro; sull’attenzione ai
particolari di oggetti o di elementi naturali descritti, perché ognuno portatore di un
significato profondo; sulla struttura della trama narrativa e sullo sviluppo degli eventi,
che, nonostante siano distanti nel tempo e nello spazio, sono uniti dal tema dell’identità.
- CAPITOLO IV:
L’ultimo capitolo affronta dettagliatamente le specificità linguistiche rintracciate nei
citati romanzi, in particolare si concentra su: il vocabolario utilizzato sia dai personaggi
sia dall’esposizione dei fatti; la forma estetica; le figure retoriche utilizzate; la funzione
della punteggiatura, che a tratti ridonda mentre in altri è completamente assente per
intere pagine; infine la scelta delle aree semantiche.
Il capitolo mette in evidenza il sapiente utilizzo della lingua da parte di Glissant, che
riesce ad esprimere tutta la sua identità attraverso lo scorrere delle pagine, dove si sente
sapore delle origini creole, delle sua cultura francese, dell’oralità africana e di tutto il
suo bagaglio esperienziale raccolto nei suoi scambi internazionali.
- CONCLUSIONI:
Nelle conclusioni si lascia volutamente spazio alla possibilità di ulteriori riflessioni, nel
rispetto del fatto che Glissant non sia mai stato amante degli schemi e degli inquadramenti.
Al contrario, le sue intenzioni sono sempre state chiare nell’esprimere il desiderio di
riuscire a coinvolgere sempre più lettori e di potersi rivolgere a Tutto-mondo, come lui
stesso ha amato definirlo.
E’ stato un personaggio che ha sempre voluto mettere le persone in connessione tra loro,
che ha spaziato nelle epoche storiche, per tale ragione, questo progetto non ha voluto
terminare con una chiusura definitiva.