martedì 13 settembre 2011

Approccio cognitivo e non solo cani

Oggi sono andata a prendere il mio piccolino alla scuola dell'infanzia e la maestra mi ha fatto i complimenti perchè dice che "i tuoi bambini sembrano finti: sicuri, esplorativi, curiosi e sereni..." 
Dentro di me è scattato subito qualcosa: ho pensato alla mia formazione.
Purtroppo sembra quasi un segreto.
Non si può dire a tutti liberamente che gran parte dell'educazione data ai miei bambini viene dalle conoscenze che ho acquisito al corso educatori cinofili! 
Per la stra-grande maggioranza della gente attingere conoscenze dal mondo degli animali ed applicarle ai bambini è più o meno un'eresia da Santa Inquisizione!
E allora ho imparato a dirlo solo a me stessa e alle persone che condividono insieme a me questa esperienza.
Oggi vorrei ringraziare Chi qualche anno fa ascoltò le mie paure, le mie insicurezze e finalmente le accolse, senza giudicarle e mi prese per mano guidandomi nell'alterità del mondo animale, aprendomi invece alla scoperta di me stessa.
Ricordo come se fosse oggi la nostra conversazione telefonica: chiamavo all'epoca per l'iscrizione al corso educatori e senza riserva Le espressi le mie paure di madre di dover lasciare la mia bambina appena nata per stare fuori casa i week end necessari alla formazione.
Ricordo esattamente che cosa mi disse:
"Questo tipo di corsi sono uno stile di vita, non sono solo legati alla cinofilia, ma potranno esserti di grande aiuto anche a capire tua figlia."
Credo che quella telefonata fosse l'inizio del processo di cambiamento che si è attuato successivamente e che ora sta trovando il suo indirizzo...
Finalmente ho trovato parte delle risposte che stavo cercando da tempo e so che su questa strada troverò le risposte che ancora non conosco.
Per me conoscere l'approccio cognitivo è stato come se mi avessero dato in mano una lente di ingrandimento per guardare nuovamente la realtà e vederla nel suo insieme, riuscire a inquadrare varie prospettive, osservare sfumature impercettibili, vedere i chiari/scuri e finalmente vedere tutte le forme diverse....
Diventare istruttore cinofilo non è stato solamente un percorso professionale, ma ho dovuto guardarmi dentro, scoprire lati di me stessa da tempo dimenticati, confinati e repressi; ho dato un senso a quello che sentivo ma che non sapevo descrivere.
Ecco perchè oggi la maestra mi ha fatto i complimenti per come "sono" i miei bambini: perchè a loro ho tutto questo mondo da trasmettere.
Ecco perchè tutte le volte che provo questa sensazione piacevole ringrazio chi mi ha dato l' opportunità di comprendere tutto ciò.

sabato 6 agosto 2011

LE EMOZIONI I



Le emozioni: cosa sono? come fa il soggetto a riconoscerle? come si possono gestire?
Un soggetto (uomo o animale che sia non importa) per vivere nel mondo serenamente deve imparare a gestirle, se questo non avviene il soggetto in questione sarà sempre vittima del turbinio interno che prova.
Facciamo un esempio: un cane quando vede un altro cane prova immediatamente qualcosa che lo porta ad avere una reazione dettata dall'emotività. Ma se questa emotività rimane allo stadio iniziale, quindi reagisce impulsivamente senza coordinare il proprio comportamento spesso il movimento che si manifesta è scomposto e disordinato. Pensiamo a quei cani privati di una buona socializzazione senza arrivare ai comportamenti di aggressività che sono l'estremizzazione della frustrazione (nella maggior parte dei casi), basta pensare ad un cucciolo! Il cucciolo vede un altro cane e subito inizia ad abbaiare, tirare al guinzaglio verso l'altro, magari si dimena o si alza sulle zampe posteriori, il respiro diventa affannoso e probabilmente aumenta la salivazione.
Questo esempio è quasi un classico: il suo comportamento manifesta gioia nell'incontro di un suo simile, ma l'emozione non è gestita dal soggetto e si libera attraverso il movimento senza essere coordinata adeguatamente. Quindi è facilmente comprensibile cosa accadrà in seguito: i due cani si incontreranno e l'adulto ringhierà al cucciolo per insegnargli a disciplinare la propria emotività.
Un altro caso, di altra natura, è la paura o la rabbia: anche queste sono emozioni "naturali" ma che vanno controllate correttamente nella loro espressione.
La rabbia non deve essere repressa, ma incanalata nella giusta direzione perchè nella sua esplosione altrimenti potrebbe travolgere tutto come una bomba atomica!
Quante volte abbiamo visto passando davanti ad un cancello un cane abbaiarci "contro" ed immediatamente dopo prendersi la coda e morderla? o mordere il compagno al fianco?
Bhè quella è aggressività ri-diretta, quindi rabbia di non poter mordere il passante che si scarica su qualcosa di raggiungibile.
Tutti hanno il diritto di esprimere tutto quello che sentono, ma bisogna trovare il giusto mezzo e la giusta modalità.
Per fare questo occorre però prima di tutto che al soggetto sia riconosciuta la possibilità di manifestare quello che sente nelle diverse circostanze e solo successivamente aiutarlo a capire la strada migliore sulle modalità adeguate.
Credo che le emozioni siano il motore di ogni individuo. Le emozioni fanno muovere gli individui, quindi se c'è movimento c'è per forza di cose comunicazione, se c'è comunicazione c'è relazione, se c'è relazione c'è la vita! Per questo sono fermamente convinta che nelle emozioni sia racchiuso tutto il senso della nostra esistenza, che per capirla e darle un senso dobbiamo capire le emozioni che proviamo.
Con questo intendo dire che il nostro cuore prova delle cose, ma che la nostra mente deve sempre intervenire per dare un senso al sentito per fare in modo che il nostro comportamento sia il più consapevole possibile.


(nella foto Blaise Pascal)

venerdì 15 luglio 2011

Le emozioni II



Mi sono progettata nella mente una piccola ricerca sul fantastico mondo delle emozioni.
Mi spiego meglio: vorrei cercare di capire l'importanza che rivestono nel lavoro che svolgo quotidianamente con i cani.
Bhè, a dire la verità è una ricerca completamente legata alla mia situazione attuale.
Sto cercando di capire che cosa siano, perchè mi sembra che siano il motore della vita, perchè alle volte non sono controllabili, mentre in altre circostanze riusciamo benissimo a gestirle e soprattutto che cosa le scatena e quanto condizionano la nostra esistenza.
Insomma sto cercando di trovare la cura alla mia anima ( se si chiama così) passando attraverso la lettura dei cani.
Ormai chi mi conosce sa che trovo più semplice confrontarmi con il mondo canino che non quello umano: se fossi in una tribù indiana il mio spirito guida sarebbe sicuramente un lupo.
Ho intenzione di rivolgere questa mia analisi ai cani per il semplice fatto che sono molto più spontanei di noi, sono sinceri, sono puri nella loro espressione che a sua volta è contaminata dal nostro mondo che ha bisogno di depurarsi attraverso il loro.
Sto cercando di capire attraverso di loro me stessa; sono fermamente convinta che i nostri cani siano lo specchio inequivocabile di noi stessi.
Quando noi soffriamo senza accorgecene basta guardarli; quando siamo arrabbiati e sconfortati loro sembrano aggredire chiunque; quando siamo contenti loro sono sereni...
Sono il mio filtro della realtà e alle volte mi dispiace, perchè si accollano dei doveri molto più onerosi di quello che dovrebbero.
Ma sono così: pazienti con noi, costanti, fiduciosi che prima o poi ci rendiamo conto della situazione nella quale li abbiamo buttati, lenitivi per tutte le ferite del nostro cuore.
Per questo ho deciso che l'unico argomento del quale voglio occuparmi ora per conoscere me stessa e specializzare il mio lavoro è il mondo delle emozioni e la capacità di esprimerle a livello NON verbale.

martedì 28 giugno 2011

Portare il Rottweiler in aula al master S.I.U.A.

( Paola a casa in relax)


Domenica e lunedì sono stata al master S.I.U.A. con Paola e abbiamo dormito via! che emozione!

Adoro condividere pienamente la mia via con i miei cani.
E alle volte è un sacrificio anche per loro.
Soprattutto quando stiamo via da casa un paio di giorni, in aula con tanti cani e tante persone.
Ma Paola è stata super anche in questo, anche se si vedeva la sua perplessitudine.
Perchè non torniamo a casa come sempre?
E' stata la nostra prima esperienza fuori casa in albergo e all'inizio l'ho vista disorientata.
Per questo, una delle prime cose che insegno ai cani, è il lavoro sulla copertina.

Lo conosci già?
Semplicemente è un ancoraggio emotivo.
Il cane individua nella sua coperta, nella sua cuccia o anche nel suo trasportino, un luogo di calma e di tranquillità.
Dove può rilassarsi e dormire indipendentemente da dove si trovi.
Vedi anche tu la sua funzione molto utile?
Praticamente il cane può imparare a dormire tranquillo in ogni luogo e torna molto comodo se sei una persona che viaggia col proprio cane.
A questo proposito, ho portato la cuccia morbida di Paola.
Lei non ha bisogno di stare in kennel.
Quando le ho sistemato il suo cuscino in angolo tranquillo della camera e ha visto che anch'io mi mettevo tranquilla sul letto, si è messa giù tranquilla anche lei a riposare.

Questo mi piace molto di lei: la capacità di osservare ed imitare.


Anche in aula ha fatto così tantissime volte: magari qualche cane partiva ad abbaiare o qualcuno le passava vicino alla copertina quando era sdraiata a coricare, ma lei sempre guardava quello che facevo io. Se stavo nella stessa posizione a scrivere o ad ascoltare l'insegnante, allora lei nemmeno si alzava.
Se mi sedevo, ma non mi toglievo il marsupio faceva fatica a mettersi giù, perchè voleva dire che saremmo rimaste poco.
Anche quando si è messa a dormire troppo in mezzo al passaggio, ha capito da sola di venire sui miei piedi perchè lì non l'avrebbe disturbata nessuno ed io non le ho mai detto di spostarsi!
Questa sua capacità di capire le circostanze mi apre il cuore tutte le volte e mi insegna sempre tanto. 
Soprattutto lei mi insegna la pazienza, la tolleranza e che la sicurezza in se stessi non è aggressività nei confronti del prossimo.
Sicurezza in se stessa ed equilibrio: quando si trova in difficoltà guarda sempre quello che faccio, ma non per questo si può dire di lei che tentenni. 
Credo che avere dei dubbi sia segno di intelligenza e non di insicurezza, chiedere il permesso di fare qualche cosa è segno di grosso rispetto, di maturità, di fiducia e di una buona intesa.
Facciamo un esempio: lei incontra un cane che le sfugge e che non vuole farsi annusare.
Per lei è "inaccettabile", ma ora sarebbe meglio dire "era inaccettabile", perchè ora guarda quello che le dico e se le chiedo di venire con me adesso lascia stare e ce ne andiamo felici insieme.
Lei è sicura di se stessa, come sempre, come quando l'ho conosciuta e il fatto che mi guardi e che decida di seguirmi è per me motivo di grande gioia, perchè vuol dire che mi tiene in grandissima considerazione e stima.
Per questo stiamo bene in tantissime situazioni, perchè io ho imparato a conoscere le situazioni che potrebbero metterla a disagio, ad esempio quando è stanca so che non vuole attorno cani che si muovano troppo o le danno fastidio i rumori forti, so che quando è stanca vuole solo tranquillità e quindi cerco di non esporla troppo di modo che non debba "incavolarsi" troppo ed essere eccessiva.
Ma allo stesso tempo lei è collaborativa nella relazione si lascia guidare nelle situazioni di modo che ci sia sempre equilibrio e mai tensione tra di noi, di conseguenza nemmeno nella relazione con l'esterno.
Insomma: i 2 giorni di corso insieme sono stati rigeneranti! abbiamo addirittura imparato ad usare il clicker per toccare un oggetto!!!


mercoledì 15 giugno 2011

In area cani: socializzazione di due Labrador




Può capitare che in area cani si facciano anche buoni incontri!
Molte volte ho scelto di fare lezione proprio al parchetto, perchè l'imprevisto è vero che non è calcolabile, ma è proprio la simulazione migliore di ciò che potrebbe accadere nel quotidiano, non vi pare?
Spesso su piccole difficoltà di carattere o per fare qualche verifica durante il percorso educativo ho deciso di lavorare proprio in area cani.
Oggi abbiamo incontrato un Labrador maschio adulto con il "nostro" educando Labrador maschio giovane, ma non cucciolo, il risultato si vede dal video.
Nessuna rissa anche se la partenza dell'incontro è stata gestita nel peggiore dei modi da parte dei proprietari: i cani si incontrano sul cancello, uno è legato e l'altro gli va incontro come una furia, nessuno ha il richiamo, i proprietari non accompagnano i loro cani...insomma tutto ciò di sbagliato che non si deve fare in realtà è stato fatto, ma i cani se la cavano alla grande!
Quando i retriver si incontrano nella socializzazione dobbiamo stare attenti all' alto livello di attivazione emozionale, che spesso, se non sono stati seguiti adeguatamente, non gli permette di gestire bene i propri movimenti e si perdono tanto della comunicazione più fine che gli aiuterebbe a non cadere in scontri accidentali.
Ciò che invece gioca a loro vantaggio è che sono talmente tanto socievoli che la voglia di stare insieme gli fa superare anche la comunicazione "sgarbata".
Se invece di un altro Labrador avesse voluto entrare un cane di una razza diversa sarei intervenuta in altro modo, perchè sono pochi i cani che tollerano una tale invadenza e che reagiscono male di conseguenza.
Quando programmate una sessione di socializzazione cercate di programmare anche se state improvvisando!

martedì 14 giugno 2011

Come effettuare degli incroci corretti al guinzaglio



Dopo i primi passaggi al guinzaglio siamo ormai giunti al momento in cui incrocio degli "imprevisti": altri cani o altre persone, auto, biciclette, passeggini...come faccio?



In primo luogo, per non avere eccessive difficoltà dovrò essere certo di avere dato al mio cane una buona socializzazione e che quindi il tirare sul guinzaglio non nasconda un deficit di conoscenza e di esperienze positive; in secondo luogo dovrò aver ben chiari i segnali comunicativi da mandare al mio cane ed infine dovrò conoscere alla perfezione quali sono le distanze che preferisce tenere rispetto a quell'estraneo che incontriamo sul nostro cammino.



Sembra tutto molto complesso, in realtà il guinzaglio lungo mi sarà di enorme aiuto, perchè potrò dare al mio cane la possibilità di scegliere come e se affrontare la novità e soprattutto avrà lo spazio per comunicare correttamente tutte le sue intenzioni! Togliamo il mito che quando incontriamo un altro cane dobbiamo tirare e accorciare il nostro guinzaglio, anzi è proprio il momento di dare tutta la lunghezza! per questo bisogna conoscere un minimo la comunicazione "canina" per avere almeno una vaga idea di che cosa stia per succedere e sapere quali sono le distanze dall'estraneo che il mio cane vuole tenere.

Il cane della foto non amava avere troppo vicino al tri cani e bambini, ma con una comunicazione chiara da parte mia non ho mai avuto problemi: quando incontrvamo l' "incognita" mi mettevo sempre in mezzo tra lui e l' "altro" e riuscivamo a passare anche su marciapiedi stretti ed affollati.

A lui piaceva sentire che non aveva bisogno di affrontare tutto da solo e siamo riusciti ad andare a passeggio tranquilli per tanto tempo, al bar in mezzo alle persone, al bar del parco, seduti a leggere su una panchina... avevo notato che il comportamento aggressivo non si manifestava se io ero attenta ai suoi disagi, se sapevo muovermi correttamente e se aveva la possibilità di tenere una 20tina di metri dagli altri cani.

Certo in centro città sembra complesso, infatti la proprietaria si sentiva più sicura nel fargli indossare la museruola, in pratica mi sentivo molto tranquilla che preso nel verso giusto non avrebbe mai fatto del male: infatti è stato aggredito da un altro cane, libero, senza motivo, sotto casa, ma anche questo non l'ha sconvolto, abbiamo solo dovuto rivedere ancora di un paio di metri le distanze di tolleranza...ma questa è un'altra storia.

P.S. ero ancora solo una dogsitter...

venerdì 27 maggio 2011

i giochi per la mente del cane




Ho trovato ottimo questo libro per far muovere la mente del cane, 
per fargli scoprire tante nuove abilità sia del corpo sia intellettive.


Ottimo per rafforzare le capacità relazionali tra cane e proprietario.


Inoltre interessante perchè vario nelle tipologie di attività ludiche, di materiali e di situazioni.