Conosci l'obedience? sicuramente ne avrai sentito parlare come quella disciplina che "fa tanti esercizi di obbedienza".
Ebbene non è soltanto questo.
Scopriamolo insieme.
Origini
L' origine dell' obedience è veramente
molto discussa.
Alcuni dicono che risalga agli anni '30 dibattendo la
paternità tra Inghilterra e Stati Uniti.
Altri sostengono che fosse praticata negli anni '50/ '60 in Nord Europa.
Per certo sappiamo che
si sviluppa in Italia solo verso la fine degli anni '90 quando i
grandi campioni svedesi iniziano a fare stage.
L' ENCI ne riconosce l'ufficialità come disciplina nel 2000.
Ma come si costruisce questo alto
livello tecnico e performativo?
Quali cani sono adatti?
La traduzione di obedience diventa in
italiano “obbedienza”, ma niente di più erroneo
nell'interpretare e nell'approcciarsi a questa disciplina!
Il nostro
termine non rende per niente il vero significato di questo sport.
Forse per questo nessuno non lo traduce....
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Piper, di Alessandra Bellini |
L' obedience è prima di tutto uno
sport, quindi divertimento, affiatamento uomo-cane collaborazione
della coppia.
In quanto disciplina ha un regolamento che puoi trovare sul sito ufficiale.
Troverai la descrizione degli esercizi precisi nello schema e nell'esecuzione; le modalità di partecipazione e tutte le categorie.
Si sviluppa
in difficoltà crescente in base alle categorie.
Partiamo dalla predebuttanti, debuttanti fino ad arrivare ai mondiali dove si disputa un titolo
molto importante, ma soprattutto dove si assiste ad un vero
spettacolo di esibizione.
Tutte le razze possono partecipare a questo tipo di competizione.
Questo non vuol dire che ogni cane sia adatto!
Ed è bene che ogni
proprietario osservi con attenzione se l'attitudine e la
predisposizione del proprio cane sia consona a questo tipo di
allenamento.
Infatti si richiede al cane grande autocontrollo,
capacità di referenza verso il conduttore, dinamicità e
grande concentrazione, volontà di giocare e anche un buon predatorio
non guasta.
Proprio perchè l'obedience non è
assolutamente una disciplina per pigroni!
La preparazione è molto attiva, basata
quasi esclusivamente sulle attività di gioco che diventano la
gratifica a fine di ogni esercizio.
Probabilmente le razze che vediamo di
più sono i border collie e il pastore belga malinois (vedi Ion)
Queste due tipologie di cani riassumono abbastanza tutte queste doti all'interno del loro
patrimonio genetico, come risultato di selezione genetica di razza.
Abbiamo detto nessuno
escluso: per cui alle volte potremmo avere bravi rottweiler, oppure bracchi,
cocker, beagle, golden retriever, labrador ed anche meticci.
Certo è vero che se esistono tante
razze è perchè ognuna di queste racchiude un patrimonio genetico
fatto di selezione specifica per diverse attività.
Quindi trovo che
sia buona norma informarsi sulle predisposizioni di razza e sarebbe
preferibile avere anche almeno una vaga idea su ciò che più ci
appassiona e diverte insieme al nostro cane, per non rischiare di
essere delusi o avere aspettative disattese.
Abbiamo parlato delle attitudini che dovrebbe avere il cane più "portato" verso l'obedience.
Ma quali doti deve avere il conduttore?
Infatti anche al conduttore è
richiesta qualche dote particolare.
- grande attenzione verso ogni piccolo comportamento del proprio cane
- deve avere uno spiccato spirito di osservazione verso il cane
- premiarlo al momento giusto
- capire il contesto
- sapere intervenire con tempismo
- calma e gestione delle emozioni
- interagire in modo adeguato
Queste sono soltanto alcune delle caratteristiche principali che mi vengono in mente ora.
Ne potrei elencare ancora molte altre.
Come ad esempio saper giocare col cane.
Molti proprietari pensano che basti lanciare una pallina, ma assolutamente il gioco mette in moto tutta la nostra capacità comunicativa e relazionale col nostro cane.
Avrai sicuramente capito a questo punto, che l'esecuzione tecnica degli esercizi di
obedience riassumono tutta questa preparazione a monte.
I bellissimi
“seduto e terra”, la chiamata, il riporto sono il risultato di
tanta passione e della condivisione costante del binomio di gioie e
delusioni.